Francesco.
Google è Dio, altroché Papa. Uno non fa in
tempo a emozionarsi un po', valutare uno sguardo, pesare le parole,
giudicare un eponimo, che già salta fuori che hai davanti un feroce
torturatore, collaborazionista di macellai, stuprapasseri. Una pioggia
di link. Tutti sanno già tutto, tutti vaticanisti, teologi e storici di
grido. Tié, anche Cecco è ormai un morto che cammina. La rete non
dimentica, la rete non perdona. Vabbé,
conserverò la memoria di questa suspense ingenuotta. Di Ratzi manco
ricordo dov'ero. Di stasera conserverò per sempre la fotografia: mio
padre sul divano, in salotto, io in cucina, con le donne della mia
famiglia, abbracciato ai cuccioli. In tivù la luce del balcone si
accende, la finestra si apre, loro che saltano eccitati, senza sapere
bene perché. E il papà ateo coi lucciconi.
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