Lettera aperta al movimento.

Vi sto guardando, lo vedo anch'io che le cose stanno così. E ho capito che non è stata un'esplosione improvvisa. Ma un lavoro lungo, carsico, basato sul coinvolgimento e il senso di partecipazione e anche - perché no? - sull'emancipazione e l'acculturazione dei poveracci. Sui fatti, sulle cose. Il pragmatismo, contro le sovrastrutture. Il riscatto dei più deboli, degli esclusi, o di competenze inutilizzate dalle consorterie. Spazzare via il muro incancrenito del vecchio potere, della sua cultura morta e ripetitiva. Ricreando una comunità su nuove basi. Quello che fu il compito  della sinistra storica, insomma, ormai completamente svuotata di cuore, etica, e divorata dal potere. Però vi arriva anche una seconda ondata, da destra, che sente il richiamo dell'epurazione, della scapigliata voglia di abbattere la complessità in nome della semplificazione, del chiudersi nella comunità autarchica, respingendo il mondo fuori e le sue vessazioni. Due diversi modi di sentirsi comunità, incarnati perfettamente nell'orazione pubblica di quel potente comunicatore. Un coacervo irresistibile, apparentemente inarrestabile. Sicuramente funzionale, necessario. Il corpo malato ne aveva bisogno. La persona intelligente non può evitare di mettersi profondamente in discussione, dopo questo tsunami. Ma anche voi, che ve ne sentite parte attiva, non potete evitare il rischio di fondo. Anzi, la certezza matematica. Quei due modi sono il nucleo delle differenze tra la destra e la sinistra - non superabili solo a parole, ahimé - e per tenerli insieme non si può che annullare la dinamica democratica, il dibattito su alcune scelte importanti: l'etica, la bioetica, l'immigrazione, i diritti del lavoro. Bisogna concepirsi come onnicomprensivi, dirigere tutto con inflessibilità, durezza, e in perenne forzatura. Ora siete innamorati della cosa, dello scardinamento a ogni costo, e non vedete il suo sviluppo se non in termini positivi. Vi sentite offesi quando si cita Mussolini, la prima Lega, quel paragone con precedenti storici di "onnicomprensività" giovane, contro il vecchiume frammentato. E avete ragione, gli argomenti di questo movimento sono altri: la voglia di vivere bene, in salute, anche mentale, in un ambiente pulito, anche politico. Ma avete anche torto, perchè Casaleggio c'è, c'è quel piano di rivoluzione planetaria in nome della rete ben esposto e chiaro. Quel piano prevede la fine della democrazia in nome di un bene ulteriore. Io sto con la prima, incapace di concepire concettualmente nulla di ulteriore ed essendomi ben documentato su Ron Hubbard e quel genere di suggestioni. Rifletteteci bene, perché, sì, siete inarrestabili e con la ragione storica dalla vostra parte. Ma in aperta contraddizione formale. Solo voi, allo stato attuale, potete essere anticorpi a voi stessi.

Commenti

  1. caro Lorenzo,
    si, ci sono più anime nel movimento, tu ne vedi due, io ti dico che sono di più o, se preferisci, quelle due hanno svariate sfaccettature. Il bello della democrazia è proprio questo, la coesistenza di vari livelli di pensiero e di tutte le loro varianti. Una convivenza che deve procedere senza che nessuna delle parti arrivi a soffocare una o più delle altre e neanche a sentirsi ad esse superiore (seppure lo fosse). non ho la sfera di cristallo e non sono nemmeno lungimirante perciò, volente o nolente, no so dirti come finirà ma, e sottolineo MA, se il movimento riuscirà a portare avanti le sue istanze (alcune delle quali visionarie ed altre per ora velleitarie) potremmo arrivare a misurarci con la democrazia diretta. Sarebbe quanto di più prossimo alla democrazia allo stato puro, dopo di che ci servirebbe solo l'estazione a sorte dell'esecutivo di ateniese memoria. Io, per mia natura, sono un ottimista ed anche stavolta ci credo, ci voglio credere. Casaleggio non può governare il movimento (secondo me neanche lo vuole). Il movimento è in grado di autogovernarsi e lo farà, prima di quanto tutti pensino, se era questo di cui parlavi accennando agli anticorpi... la reazione è già cominciata.

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    1. Caro Voglio essere papà,

      io papà lo sono. E un giorno dovrò spiegare ai miei figli che l'unico concetto di democrazia veramente diretta che la storia ricordi era quella per acclamazione, delle tribù dei barbari, le Sippe, che spesso prevedeva anche linciaggi o pene capitali. Poi gli spiegherò che nel corso dei secoli, per fortuna, la democrazia si è evoluta insieme all'uomo ed è diventata per sua natura articolato principio di mediazione e delega. Ragionando nei tuoi termini, la democrazia allo stato puro non può essere promossa dal movimento, ma solo INCARNATA dal medesimo. Come quando Grillo dice ai farmacisti "no, io non vi rappresento nelle vostre istanze, non accetto voto di scambio. Voi entrate nel movimento, vi candidate, entrate in Parlamento e ci pensate voi da soli a tutelare i vs interessi". Messa così, il movimento tutto deve contenere in sé, e niente fuori. Modelli simili li abbiamo già visti all'opera, e non hanno funzionato. Mi rendo conto che ora è presto per parlarvene, siete innamorati, tutti si stanno innamorando, e l'innamorato non vuole sentire ragioni ;-)

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