Occhi
Non
si può avere prosciutto sugli occhi. Come il grillismo rappresenta per
molti un modo per togliere un tappo esistenziale, tornando a contare
qualcosa nella vita, anche con violenza, pressapochismo e toni
deliranti, il renzismo centra lo snodo generazionale, coglie il
groviglio immobilista e si pone il problema di riannodare tanti di quei
fili, che poi perde il filo del discorso. Alla fine sono due codici
simili, epurativi, che si arrampicano su torri di parole e soluzioni
arzigogolate, pescate da mille cesti. Due chiavi della speranza: una
plumbea, l'altra col sole della pubblicità. Sono perfettamente
interfacciati ad una generazione giovane, che si sente persa, e ha gli
occhi fissi sull'orizzontalità di un tutto indistinto, che sente il buio
e vede l'illusoria luce dei new-media. Nessuno dei due, Grillo e Renzi,
basta guardarli negli occhi, ha la tenuta di un pensiero. Ognuno di
loro si sente pura "funzione". Ognuno di loro dice che la politica non è
complessità, è tutto semplice. E poi affondano insieme ai barconi del
nostro tempo, si perdono fra tessere, giuslavoristi deliranti,
piattaforme web farlocche. Vincono, vinceranno, ma solo ora. Senza un
pensiero, una complessità, la semplicità non esiste. La sintesi è una
montagna scalata. Il nostro tempo, storicamente, è il tempo della fine
del capitalismo, del patriarcato, della dittaura familista tradizionale,
di una nuova lotta di classe scorporata dai luoghi della produzione,
che ha come scala il mondo, la totale interdipendenza di fatti e
fenomeni e un domani da inventare con forza, gioia e fatica, fatto di
donne e bimbi, inesorabilmente. Uno che non ha negli occhi questo
pensiero, non può nulla, nulla.
Solo illudere.
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