La finestra costante
Che
fine ha fatto l'Isis? La guerra in Siria? E l'assedio a Kobane?
L'ebola, a parte quel medico? Anche i Rom, finito il tour elettorale di
Salvini, sono rientrati placidi nell'ombra finché servirà tirarli fuori.
Così come i forconi, gli sbarchi a Lampedusa, i vaccini che determinano
l'autismo o ammazzano anziani, gli omicidi familiari, le rapine in
villa. E la questione palestinese? C'è lo scaffale nero del supermercato
sempre pieno di prodotti in offerta, a seconda delle stagioni. Mi
piacerebbe un giornale on-line che mantenesse aperta una finestra
costante su ognuna delle questioni principali, aggiornandola
quotidianamente, finché il giornalista, specializzandosi sul singolo
argomento, a sua discrezione, sentendo anche l'opinione dei lettori, la
consideri esaurita e passi ad altro. La questione degli zingari, per
esempio, è piena di sfaccettature. Attiene alla politica della casa,
dell'integrazione, alla sicurezza sociale ma anche alla solidità dei
valori dello Stato, la politica di sgombero di tutti i campi fatiscenti e
criminogeni non dovrebbe essere solo un problema di ordine pubblico, ma
di cammino di civiltà, di verifica passo passo di reciproci patti di
cittadinanza. Non può avvenire nell'ombra, con riflettori che si
accendono all'improvviso sempre su un punto sbagliato. Spazi per
l'informazione illuminista del nuovo millennio ce ne sarebbero -
togliendoli al delirio farlocco di tzè-tzè e scie chimiche - invece di
questa poltiglia dei grandi quotidiani on-line, ormai ridotti a finestre
pubblicitarie pop-up, e circondare rimasticature di notizie, o video
wired vecchi pescati dalla rete. Il che ci parla di poveri
giornalistucoli precari, sottopagati, costretti a esibirsi come
scimmiette ai margini del tempio inviolabile delle grandi firme
"articolo 1", profeti, tuttologhi, senza neppure più il taccuino in
mano.
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