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In Austria il 72% degli operai ha votato l'ultradestra, ed è chiaro il perché. Il lavoro salariato è ormai un fortilizio dalle mura di sabbia, vive la sensazione di essere spazzato via a breve. Una trincea al cui interno ognuno fa da sé, senza più il senso storico e collettivo del progresso. L'operaio "sinolo" si difende dai migranti, non sapendo più come difendersi dai padroni, non sente il collega compagno di sorte. Perfino i postini sanno che verranno sostituiti dai droni, per non parlare dei loro colleghi degli uffici. Un nuovo capitalismo barbaro e sregolato, attraverso i totem monolitici della web society sta amplificando a dismisura la forbice tra il ricco e il povero, plasmandoli innanzitutto come ricco e povero di consapevolezza.
Mirano all'eliminazione progressiva del lavoro retribuito, attraverso quadri superiori centrali e fedeli, al più sottoposti al mercato degli ingaggi tra top team, come nel calcio. In basso, la pochissima forza lavoro residua è delocalizzata, compressa in magazzini simili agli opifici ottocenteschi, alienanti e degradati, con l'assoluto divieto di sindacato, in attesa della definitiva automazione di tutto il sistema. Il sogno del nuovo capitalismo è distruggere ogni intermediazione, sostituire il vecchio lavoro con uno di nuovo conio: la prestazione a tua insaputa, il tuo servizio gratis e permanente per l'azienda. La dinamica invisibile. Cerca, compra, informati, comunica - tutto in un orizzonte ben definito - con l'illusione della scelta, senza averne più alcuna. Plasmi l'individuo narciso, in eterno talent, con "gli altri" come elementi della giuria nascosta. Il film della propria vita esibita richiede foto, video, frasi celebri, gioia, rabbia e commozione, e tanta tanta indignazione: l'unica benzina emotiva di chi non arriva più concettualmente a capire l'insieme, e allora si scaglia contro le parti, sempre quelle sbagliate, le più comode. Quelle che non rompono il giocattolo, alla fine: il politico corrotto, il lassismo pubblico, la scienza che si arrabatta per un progresso razionale tra mille contraddizioni, eccetera.
Da dove arriveranno i soldi per poter comprare i pezzi del giocattolo, ci si chiede? Qualcuno vorrebbe passarli tramite lo Stato stesso, col reddito minimo, per rendere così lo Stato il semplice ratificatore di questo abominio, l'addetto alla distribuzione annonaria di cifre sufficienti solo all'acquisto della tecnologia adeguata a tenere in piedi il ciclo, tenere l'uomo inchiodato alla nuova dimensione di protagonista di un senso solo virtuale dell'esistenza. Post-umanista. Chi dice questo è l'ingranaggio più intimo e profondo di questo sistema, guarda caso, intento a sgretolare quello precedente attraverso gli strumenti dell'indignazione, del protagonismo individuale e dell'attacco a tutti i pilastri scientifici e razionali dell'edificio, ovviamente desueto e pericolante.
Che fare?
Boh, io ne scrivo, e mi riguardo un paio di vecchie foto.
Buon Primo Maggio 2016.



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Vanessa

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