DISRUPTION

NUOVO IMPERO, esaustivo articolo di Kevin Maney su l'ultimo Internazionale. È qui la chiave di tutto, nel mantra della Silicon Valley: il termine DISRUPTION (rottura, disfacimento). La rivoluzione digitale avviene fuori da ogni controllo politico e sociale e sta distruggendo gli assetti del pianeta, l'intera classe media, sta sconquassando il lavoro, gli equilibri geopolitici, il modo di informarsi, di produrre e di acquistare, sta dissolvendo gli atomi in bit, sta concentrando in pochi chilometri nel mezzo della California la più grande struttura di potere e di profitto nella storia dell'umanità. Il nuovo capitalismo totemico fa credere alle masse istruite da lui stesso che i nemici siano gli assetti del vecchio capitalismo decrepito, collassato nella finanziarizzazione. Si spiega così l'avvento di Trump e tutti gli sconquassi politici in Europa, sulla spinta di una classe media terrorizzata per il suo destino, indotta a bella posta a sbagliare obbiettivi, irretita da falsi spauracchi: il migrante, i parlamenti corrotti, gli stati esosi. Altroché lotta contro Wall Street, la tecnoburocrazia europea e la mistica della rivolta popolare contro l'establishment nel nome della democrazia diretta. Sta nascendo la dittatura diretta, in altro posto e altro modo, con buona pace di tutti gli analisti entusiasti dei nuovi capipopolo, che credono di vedere giusto, di "capire" cosa muove i fenomeni tellurici, e sono invece accecati dal più clamoroso errore di valutazione di sempre: il vecchio establishment pecca d'incapacità concettuale nel fronteggiare questo mostro, più che delle colpe ingannevoli che gli vengono attribuite.

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