Il giardino

Quello che mi colpisce, come sempre, è un aspetto umano. Fin da piccolo, sentivo mia madre che commentava gli arresti di mafia: "ma che vita del cavolo, ma come si fa a vivere così, nei covi sotterranei, come topi, sempre braccati?". È una chiave di lettura originale. A me questi delle tangenti fanno tristezza. Quella busta, la telecamera nascosta. Ormai sai che ti beccano, ma sei malato, il potere come patologia. Torni a casa, nel villone ristrutturato a spese di tutti. Guardi il giardino sontuoso, ti cerchi una voce dentro, ma tutto tace. Poi ti siedi a tavola, guardi tua moglie, tuo figlio. Inizi a mangiare, zitto, le orecchie allertate, gli occhi nel piatto.
Ma che vita del cavolo.

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