L'impossibile necessario

C'è una prateria da riempire, lasciata vuota dal centrismo ultradecisionista di Renzi. Ma serve l'impossibile, essere ancora più bravi di lui, enormemente più innovativi. Far capire che altri sono già passati attraverso quelle ricette, liberare il mercato da lacci e lacciuoli, mentre nessuno è mai passato attraverso una rivoluzione vera. Che non può essere tecnocratica, ma libertaria, fatta di cose umane non solo numeri. L'esatto contrario delle mostruosità dette da quell'imprenditore farlocco, Serra. No, né Landini, che fa altro mestiere, né Civati che è un Renzi pigro, possono combinare qualcosa. È una rete che sale dal basso, un intreccio di esperienze, pratiche, cultura. Parte da tanti esempi: gli innumerevoli comitati civici, i Gruppi di Acquisto Solidale, gli orti urbani, il ritorno alle comunità, a studiare l'ambiente, le soluzioni, uno spirito che in parte si trovava dentro lo spontaneismo dei primi meet-up grillini. Ma che non può essere impiantato sul delirio del Vaffanculo, senza pensiero organico, in schemi autoritari tra l'altro. La rete dal basso, come quelle dell'acquisto che si stanno organizzando. Da lì, dal colpire la base della distribuzione e le sue regole distorte, si arriva a ragionare di redistribuzione e giustizia sociale. Approccio opposto a quello dei bonus. E così via a salire, fino a concepire la nuova crescita, nata dall'intreccio del virtuoso, che si fa economia, azienda e riconcepisce il mercato, rendendo conveniente la redistribuzione del profitto, in un patto con la dimensione pubblica, gli Stati. È logico che si pretenda un benessere diffuso, nella lotta contro la ricchezza spropositata che si nutre di ingiustizia. 'Sto discorso parte da una comunità, ma non può essere autarchico, non può nemmeno fermarsi a una nazione, o a un continente, abbraccia il mondo. Altroché decrescita felice, dazi e autoreferenzialità dell'ambientalismo conservatore. Bisogna disinnescare questa lotta di classe al contrario, con gli ultraricchi che determinano le politiche di governi e opposizioni. Ci vuole popolo, civiltà, emancipazione. Questi dal palco del raduno scout usano la parola "intellettuale" come insulto, dicono di volere un sistema scolastico più scientifico che umanistico, per aiutare le aziende. Ecco, è tutto il contrario. Il fine della formazione scolastica è la vita, non l'azienda. La cultura emancipa, senza bisogno di leadership salvifiche, e le aziende avranno sempre più bisogno di strategie umane, visto il crollo del neoliberismo inteso come numeri che si autoregolamentano. Hai voglia a girarci intorno, con il pretesto delle "riforme", la speranza di salvare il salvabile di quel modello di sviluppo. Più che di Farinetti e delle grandi catene di illusioni ci sarà bisogno del libro di Naomi Klein, lucida "intellettuale", che ti spiega come il positivismo liberista ci ha soffocato, e come respirare. Senza interpretarlo da ultras, ma da persone adulte. Ci vorrà inventiva, e giovani. Radicati in Padre Balducci, uomo planetario, Gianni Rodari, l'utopia che ha cambiato la realtà. Alex Langer, e la sfida cosmopolita, i padri della tenuta sociale: Di Vittorio, Moro, Berlinguer, Trentin. Lo spirito rivoluzionario di Franco Basaglia, di Jerry Masslo. E, permettete (lo capiranno in tre) quello di Carla Lonzi, il pensiero della differenza come fondamento dell'uguaglianza, che è concetto diverso dalla parità. Né rendita di posizioni novecentesche sclerotiche, né violenti salti nel vuoto de-storicizzati. Berlusconi, prima, Grillo e Renzi poi, sono sempre alla ricerca di un avversario, o di un blocco sociale (guarda caso lo stesso per tutti e tre!) da usare come puntaspilli, incendiando gli animi scagliando pezzi di società contro altri pezzi. Queste pratiche sono sempre illusorie, una società cambia quando ragiona, accoglie, elabora, si fa alveo, non strumento contundente. Detta così, sembra roba paludosa, democristiana, ma non sono io ad aver come modello Fanfani. Il ragionare può anche essere un incendio, se governato con cultura, e professionalità. Senza il dilettantismo di massa propagato dal web, la facile indignazione un tanto al chilo, senza le consorterie degli intellettuali macchietta, che poi si prestano a essere sbeffeggiati dal capo-scout.
Verrà il giorno, cavolo.

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