La schermata


In Italia, disoccupazione giovanile al 40%. Trump metterà dazi sull'importazione di auto dal Messico, intanto accetta volentieri che Marchionne crei 2000 posti di lavoro in USA, dopo aver sradicato la FIAT dal Belpaese, trasformandola in un'azienda liquida e "global", in stile Amazon. Ed è questo il punto. Il gioco dei dazi e del protezionismo è a risultato zero. Nessun governo al mondo, da solo, può nulla, di fronte alla rivoluzione sregolata della Web Economy, senza un ragionamento planetario sul tema del lavoro. Dalla Silicon Valley - in strane alleanze con i populisti reazionari di ogni dove - hanno provveduto a globalizzare un'economia monopolista e invisibile, legando tutta la popolazione mondiale a una stessa "schermata", ma operando intanto per frazionare la politica. Solo un GOVERNO MONDIALE può affrontare questa sfida e risalire la corrente. Non vedo altra visione possibile. Tutto quello di cui si parla, ormai - dall'ambiente, ai diritti, al lavoro, appunto - è questione di giurisprudenza internazionale, giustizia sociale, fiscale; ci costringe a un ritorno poderoso al primato della politica. Le migrazioni di massa sono la cartina di tornasole di questa necessità storica, inderogabile, come certificato dalle guerre moderne, dalla indecifrabilità dei loro fronti. Il resto - distruggere le istituzioni continentali, promuovere l'autarchia, sventolare lo spauracchio migratorio, così come quello della tecnocrazia finanziaria e delle banche: vecchi attori di una finanziarizzazione 1.0, mentre i titani della gig economy vivono di big data e capitali incommensurabili sparsi ovunque - sono balle, incommensurabili balle. Perdite di tempo prezioso. Ma chi lo vede? Chi?

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