Miami

Con l'ultimo Charles Willeford, ho finito i suoi romanzi editi da noi. Mi spiace, vorrei altro. Dal primo hanno ricavato un bel film. Sono stati un'esperienza, è bello leggerli in sequenza, come un'unica storia. Willeford parla di una città, della polizia che vi opera, della gente che ci vive. E che muore, con una naturalità inedita. Miami, più che altro, è una dimensione. Lenta, sincopata, con esplosioni improvvise, come il pezzo omonimo. Si mangia spesso, tanto. Tutto striscia in superficie: le relazioni umane, i sentimenti, la violenza. C'è caldo, ci s'impiastriccia. Uomini

Come l'ultimo dialogo scritto da Willeford, prima di morire e lasciarci questi quattro gioielli. Cito a memoria e a senso.
Ellita se n'è andata, col bimbo, insieme al vicino. Le due figlie sono tristi, una piange. Hoke no. Hoke dice alla figlia: "Perchè piangi?"
Lei risponde. "Perchè tu non ci riesci, papà!…"

tutto striscia in superficie....
RispondiEliminaQuesto Willeford non lo conosco, e mi sa che mi perdo cose ottime, quindi mi metto all'opra per recuperarlo...
RispondiEliminaMarcos y Marcos, tutti. Tranne "Miami Blues" che fu editato dalla Phoenix. Ma credo che lo ristamperanno. Non perderlo. Inizia con un tizio che scende dall'aereo, gli si avvicinano degli hare-krisnha chiedendo una questua. Uno di loro è insistente. Lui gli spezza un mignolo e l'hare-krishna muore d'infarto.
RispondiEliminaIl più sofisticato e incredibile della saga di Miami, però, s'intitola "Tiro Mancino".
Yzma. Quella superficialità con tanta roba sotto che Quentin Tarantino (che ha dedicato "Pulp Fiction" a Charles Willeford!) ha raggiunto solo in "Jackie Brown".
Jackie Brown è stato scritto da Elmore Leonard, altro mostro di bravura! Per ripartire - guarda caso - da Miami, vi consiglio il suo "Pronto". Dalla Florida ci si sposta a... Rapallo. Storia di un mafioso in fuga, sulle tracce di Ezra Pound! Godibilissimo, Leonard, sempre.