Miami

Inizia a far caldo.
Con l'ultimo
Charles Willeford, ho finito i suoi romanzi editi da noi. Mi spiace, vorrei altro. Dal primo hanno ricavato un bel film. Sono stati un'esperienza, è bello leggerli in sequenza, come un'unica storia. Willeford parla di una città, della polizia che vi opera, della gente che ci vive. E che muore, con una naturalità inedita. Miami, più che altro, è una dimensione. Lenta, sincopata, con esplosioni improvvise, come il pezzo omonimo. Si mangia spesso, tanto. Tutto striscia in superficie: le relazioni umane, i sentimenti, la violenza. C'è caldo, ci s'impiastriccia. Uomini e donne sudaticci, sfuggenti. Il sergente Hoke Moseley porta la dentiera, nonostante sia ancora nei Quaranta. Ha una moglie lontana, scappata con uno sportivo. Convive con la collega cubana Ellita Sanchez, messa incinta da uno sconosciuto. Lei vuole il figlio, che non è di Hoke, e lo avrà. Non c'è niente fra loro. Oltre a decine di pratiche da sbrigare in centrale, a Hoke piombano sulle spalle le due figlie adolescenti. Oggetti strani, lontani, sconosciuti. Non c'è niente fra loro, solo amore. L'uomo cede, si piscia addosso, entra in stato catatonico. Ne uscirà piano piano, staccando la spina per un po'. Tutto avanza a fatica, descritto nei particolari. Il viso, la cena, la casa. Quella marca, il prodotto, il dettaglio. Lentamente. Perchè la materia vera scorre sotto. Paludosa. Il vicino minaccioso, che non agisce. Il viaggio per risolvere un caso, che si risolve ma non va detto. L'inespresso diventa potenza, la potenza è inespressa.
Come l'ultimo dialogo scritto da Willeford, prima di morire e lasciarci questi quattro gioielli. Cito a memoria e a senso.
Ellita se n'è andata, col bimbo, insieme al vicino. Le due figlie sono tristi, una piange. Hoke no. Hoke dice alla figlia: "Perchè piangi?"
Lei risponde. "Perchè tu non ci riesci, papà!…"

in alto: Patricia Chidlaw, "Whites Motel"


Commenti

  1. tutto striscia in superficie....

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  2. Questo Willeford non lo conosco, e mi sa che mi perdo cose ottime, quindi mi metto all'opra per recuperarlo...

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  3. Marcos y Marcos, tutti. Tranne "Miami Blues" che fu editato dalla Phoenix. Ma credo che lo ristamperanno. Non perderlo. Inizia con un tizio che scende dall'aereo, gli si avvicinano degli hare-krisnha chiedendo una questua. Uno di loro è insistente. Lui gli spezza un mignolo e l'hare-krishna muore d'infarto.

    Il più sofisticato e incredibile della saga di Miami, però, s'intitola "Tiro Mancino".


    Yzma. Quella superficialità con tanta roba sotto che Quentin Tarantino (che ha dedicato "Pulp Fiction" a Charles Willeford!) ha raggiunto solo in "Jackie Brown".

    Jackie Brown è stato scritto da Elmore Leonard, altro mostro di bravura! Per ripartire - guarda caso - da Miami, vi consiglio il suo "Pronto". Dalla Florida ci si sposta a... Rapallo. Storia di un mafioso in fuga, sulle tracce di Ezra Pound! Godibilissimo, Leonard, sempre.

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