I due Neville

"Nei giorni come quello, in cui il cielo era coperto di nuvole, Robert Neville non era mai sicuro di quanto mancava al tramonto e a volte li trovava già nelle strade, prima di riuscire a rientrare in casa."

Il romanzo di Matheson è tra i miei preferiti. Ho visto tutti i film tratti - anche alla lontana - da quel topos narrativo. Qui, un dettagliato reportage. La buona fantascienza proietta in scenari plausibili le paure ancestrali. La solitudine, la fine del nostro prossimo, ormai ridotto a vampiro. La notte. Il sangue. Il nostro passato ridotto a simulacro, gli affetti persi per sempre. Allora sono andato al cinema. Non pensavo di uscirne così provato. In qualche modo, uno dei film più brutti che abbia mai visto è stato all'altezza della sfida. Mi ha fatto capire dove si proiettano le paure del nostro tempo. L'uomo solo è ipertecnologico, anzi è il migliore degli scienziati. Il prototipo umano-americano, solo lui sopravvive. Il prototipo umano si chiama Robert Neville è nero, simpatico, si veste figo. Non si fa prendere dalla depressione, ha un fisico da body-builder, frutto di esercizi quotidiani. Va a caccia di animali in computer grafica e di dvd, che pesca dal suo vecchio mega-store, dove poi li ripone ordinatamente. Ci tiene a mantenere in piedi il suo antico ordine sociale. Si approvigiona delle cose in modo composto. Utilizza corrente elettrica proveniente chissà da dove. Il Robert Neville di Matheson usava aglio, specchi e assi inchiodate per tenere lontani i vampiri. Questo, ha minato tutto il quartiere con bombe al fosforo, stile Iraq. Il Neville di Matheson aveva un laboratorio così: "
La parete era quasi interamente occupata da un bancone con il ripiano di legno grezzo ingombro di una grossa sega a nastro, di un tornio da falegname, di una mola a smeriglio e di una morsa. Al di sopra, sulla parte, c'era una mensola occupata da una distesa disordinata degli attrezzi…": Questo ha un super laboratorio con vetri in plexiglass, gabbie con cavie, elettrocardiogrammi, strumentazioni. Quell'altro centellinava la benzina, questo spacca di brutto col gigantesco Suv. Il Neville di Matheson era un capolavoro di sopravvivenza illuministica, coi dubbi e i travagli della situazione. Questo ascolta Bob Marley, che gli suggerisce che uno ce la può sempre fare. Il Neville di Matheson cerca di ricostruire il suo mosaico, stringendo i denti. In fondo è lui il mostro anomalo, in mezzo alla nuova atroce normalità. Il Neville di oggi è il buon padre di famiglia che ha promesso ai suoi cari e a se stesso che lui "sistemerà le cose". Sistemare le cose, la frase più ripetuta. Il Neville di Matheson riconosceva i vicini, tra i vampiri. Questo lotta contro mostri ipercinetici, glabri e indistinti, sempre guidati dallo stesso urlatore fanatico, che esce dallo stesso buco-grotta. Anzi, a un certo punto invece di uscire manda degli orridi cani glabri. Potrebbe benissimo seguire in missione i cani-kamikaze, il sole se n'è andato, ma no, se ne sta rintanato. Tutta l'umanità malata concentrata in quell'unico, piccolo anfratto. Come fosse una grotta del Waziristan. Entrambi i Neville conosceranno una donna. Quella di Matheson sarà il segno di una speranza delusa. Quella di oggi è un segno di Dio. Il Neville di Matheson si strugge. Questo diventa San Tommaso, grida il suo dubbio su Dio. Finchè, poi, ce lo fanno vedere loro cosa significa un deus ex machina (in senso letterale) che "ti sistema le cose" per benino. Ecco il redento, il cristiano rinato nel fuoco. Il Neville di ieri eravamo noi. Quello di oggi è Will Smith, con tutto quel che ne consegue. C'è la terra promessa, nel Vermont. Dio, l'America. Io sono leggenda. Leggenda è martirio.

Il Neville di oggi non sa più restare solo, ha bisogno degli spettatori.
Questo è il suo problema. E forse anche il nostro.





illustrazioni di:
Max Schindler,
Claude Serre,
Brad Holland,
Clay Bennett
elle©ì





Commenti

  1. Vero. Ho amato il romanzo di Matheson, quello che voleva dire, che rappresentava, bellissimo e triste, umano e spietato. Ho visto il film settimana scorsa. Che delusione, che spreco di soldi, che pessimo messaggio.


    Sigh.


    - Stefano

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  2. Mi ha fatto capire dove si proiettano le paure del nostro tempo


    mi hanno detto che è così


    che bella recensione, dev'essere un gusto andare al cinema con te :)

    un saluto

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  3. Senza aver letto il romanzo, mi pare di aver capito (e lo citi anche tu) che la "leggenda" del titolo assume significati diversi.

    Mentre in quello di Will Smith lui è leggenda agli occhi di coloro che vengono dopo, perché si è immolato per la specie umana, nel romanzo sarebbe leggenda agli occhi delle creature, poiché ricorda a loro chi erano.

    E' così?


    Comunque, come ti dicevo, dal punto di vista puramente cinematografico (e non ideologico) non l'ho trovato un brutto film. Ma forse mi lascio condizionare da quell'atmosfera che mi strega fin da piccolo.


    E grazie per la citazione, sei molto gentile. :)

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  4. Stefano. Più ci penso, più è orripilante.


    Yzma. Giuro che in sala sto zitto!


    Seaweeds2. Bello dal punto di vista cinematografico?


    SPOILER****


    Con le auto appena uscite dal lavaggio? Con lui che abbassa il finestrino e dice al cane "So che a te piace così?"? Con la telecamera che fa venire la labirintite? Con cervi e leoni realizzati peggio che ai tempi del passo uno? Con tutta l'umanità non malata sintetizzata nella figura di uno scienziato che deve "sistemare le cose", che guarda caso scoprirà l'antidoto e tutta l'umanità malata chiusa in un unico buco, composta da poche decine di elementi e guidata dal mullah urlante? Con la scena dei cani che grida vendetta... Perchè, esaurita la lama di sole, scattano solo i cani e non tutti i mostroni, che premevano sull'uscio della loro caverna? Visto che vanno ai centodieci orari, e potevano mangiarsi i nostri in un boccone…

    Shrek e i prodotti mostrati non hanno niente a che vedere con la casa produttrice?


    Del fascino della situazione-archetipo non resta niente. Ma proprio niente. Solo 'sta mentalità di plastica e fuochi d'artificio. Con una religiosità posticcia e il linguaggio degli spot che tracima da tutte le parti.


    Fossi stato in Matheson avrei chiesto di ritirare il nome da quell'orrido prodotto.

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  5. «Con una religiosità posticcia e il linguaggio degli spot che tracima da tutte le parti»

    Secondo me a ollivud devono decidersi. O si è attori/produttori/tori o divi di saientologi.

    Ad ogni modo, non ho letto il libro, e mal me ne incolse, il film è orrido, squallido, inutile. Ora però scusami, che vo a fare le flessioni, sento i bicipiti che reclamano.

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