Le maschere della malinconia

Sean Aloysius O'Feeney, detto 'John Ford'. Il più grande regista di tutti i tempi.

Nessuno ha saputo variare tanti timbri. Nessuno ha fatto tanti film.
Fama di uomo rude, cinico, tutto d'un pezzo, del cowboy col sigaro in bocca. E se la meritava. Con John Wayne si conobbero prendendosi a cazzotti, lo rivela proprio "the Duke", nel celebre film-documentario di Bogdanovich.

"Don't apologize. It's a sign of weakness (non scusatevi mai. E' segno di debolezza)!". Quante volte lo fa dire al duca ne "I cavalieri del Nord-Ovest".
Eppure in lui ho visto mille cose, milioni di sfumature. Il rispetto per la prostituta di "Ombre Rosse", l'antirazzismo viscerale de "I dannati e gli eroi", il sogno di un continente che nasce insieme ad Abramo Lincoln, l'amicizia virile di "Soldati a cavallo", il punto di vista dei pellerossa ne "Il grande sentiero", le comunità religiose de "La carovana dei mormoni", l'Irlanda di "Com'era verde la mia valle", "Un uomo tranquillo" e quella de "Il traditore". E poi la seconda guerra mondiale (in cui perse un occhio). Le isole del pacifico. I cavalli, i comprimari, gli animali. Il bianco e nero, il colore, la grammatica della narrazione. La natura, le tempeste, gli uragani. L'amore, l'amicizia. Medici e giudici ubriachi, guidati più dal buonsenso che dalla scienza. L'onore per i sudisti sconfitti. I bambini-soldato mandati al massacro, Atlanta come Berlino durante la caduta del Reich. Il "Furore" socialista di Tom Joad. La commedia, la tragedia, l'epica e il minimalismo.
Insomma, la grande avventura umana, messa in scena come non mai.
Nel teatro di posa più bello del mondo.

C'è un libro meraviglioso che parla di tutto questo. Proprio bello, bello.
Lo ha scritto Fabio Troncarelli, con passione e competenza. Un libricino breve e intensissimo. Troncarelli gratta a fondo, smaschera Ford. Facendoci scoprire un uomo sensibile, fragile, colto, appassionato.
Ci troverete alcune magie, tipo queste (cliccateci su):



E' come se - con voi digiuni - vi consigliassi una pietanza a base di Beethoven, Beatles, Metallica, Rokia Traorè, Muddy Waters, Janis Joplin, U2 e Sigur Ros.
Tutto in uno.
Buona visione, buona lettura,
buon appetito.

Ho tuttti i Film di John Ford: è uno dei registi che amo di più.
RispondiEliminasolare
Proprio tutti-tutti? Sono più di duecento! Se è così, ti prenoto per una megaduplicazione biblica!
RispondiEliminaQual è il tuo preferito?
Io non li ho visti tutti, ma è sicuramente il regista che amo di più insieme a Welles e Hitchcock. Pur essendo tre personalità diversissime.
RispondiEliminaIn Ford c'era l'Irlanda in ogni suo lavoro. Lo si capisce proprio guardando Com'era verde la mia valle. Eppure è stato il più grande regista dell'americanità.
"Mi chiamo John Ford, e faccio western": l'umiltà (e al contempo la statura) di un artista si misura anche con prese di posizione come questa. Una frase che contribuì a sgonfiare il pallone del maccartismo.
Ricordi l'altro irlandese che la citò?
In realtà, in lui era vivo un grande 'sradicamento'. Da qui il sogno americano, il sogno di una nuova casa.
RispondiEliminaIl libro parla di quell'incipit basato sulla tecnica della 'captatio benevolentiae'. Il discorso che il vecchio in scarpe da tennis tenne all'associazione dei registi fu memorabile e ,sì, smontò un colpo di mano dei maccartisti.
Tutto il discorso poi, coincideva retoricamente con quello di Antonio al cospetto del cadavere di Cesare. Mamma, che brividi.
L'altro irlandese... Mhm... Mickey Rooney? ;)))
Beh allora forse non tutti, dovrebbero essere un centinaio.
RispondiEliminaLory ho bisogno di un tuo commento su ciò che ho appena postato. Grazie
LORENZO, TI RINGRAZIO PER IL TUO INTERVENTO. aNCH'IO NON GRADISCO CERTE IMMAGINI, MA NON POSSO IMPEDIRE ALLE PERSONE DI COMMENTARE NEL MIO BLOG. PERALTRO L'INTERVENTO DEL FORLIVESE MI TROVAVA MOLTO D'ACCORDO (IMMAGINE ESCLUSA)
RispondiElimina- Scusa Santamaggie, ma i fascisti no. Niet. Non se si presentano così, almeno.
RispondiElimina- Scherzi a parte, seaweeds, ho capito a cosa ti riferivi...
A QUESTO
perfettamente sovrapponibile al celebre discorso del mitico, che inizia con ''Mi chiamo John Ford, faccio Western''...
La 'retorica' dei grandi!
..potrei averlo scritto io..:-)))
RispondiEliminaSia Lode a Lorenzo!...anche se non amo John Ford, a differenza di Hitchcock del quale ho io l'intera filmografia...e del sublime Orson Welles, che considero (insieme ad Alfred, a Billy Wilder, e Robert Altman, a Woody Allen e pochi altri) il regista per antonomasia (leggi: pregi e difetti).
Ma, comunque, grandissimo.
Misty
Misty. Ti consiglio un paio di film, solo due, vedendo i tuoi gusti.
RispondiElimina'I dannati e gli eroi' e 'Tutta la città ne parla'.
Vabbè, ci aggiungo anche 'Furore', va.
Intanto che ci sono, ci infilo il mio preferito di sempre,'Ombre Rosse'.
E visto che sono in vena ti consiglio anche 'Palla di sebo', il meraviglioso racconto di Maupassant da cui 'Stagecoach' è tratto.
E mi fermo qui, valà! ;)
Spero che Misty non se la prenda a male, ma Woody Allen, in quella riunione di dei, non ce lo vedo proprio... E poi, quant'è brutto (dentro, moralmente: ha anche il coraggio di andare in giro a far concerti col clarinetto... gesù!), e mi si passi anche la privata idiosincrasia. :-)
RispondiEliminaBeppe, darò un'occhiata al tuo caro amico (anzi due). Anche se dalle tue parti a parlare di occhi, si rischiano rasoiate!
RispondiEliminaTi risulta che esistano cofanetti DVD del 'migliore'?
Comunque, io ti consiglio caldamente il libro di Troncarelli. Regàlatelo al più presto, non te ne pentirai!!
Su Woody, non lo mettiamo fra gli dei, ma neanche tra gli abbietti, dài...
Sapete come la penso, licet dissentire...
RispondiEliminaMa è questione di "private affinità".. Woody ama il jazz e cerca di fare del suo meglio, cosa peraltro mirabile, da qualsiasi parte provenga...
In quanto agli dei, beh, ognuno ha i suoi, il politeismo diffuso ci consente anche questo...
Del resto, ne abbiamo dimenticati tali e tanti!?! Frank Capra, Wim Wenders, Vittorio De Sica (regista), Roberto Rossellini, Stanley Kubrick, Ridley Scott, and many others..
Resta inteso che questa non è una classifica, ma solo, modestamente, una "fiumana" di pensieri che fuoriescono dall'unico neurone ancora superstite..con tutte le ovvie pecche connesse a tale infelice situazione..;-))
Caro Lorenzo, vada per Furore (adoro anche Steinbeck, quindi..), Tutta la città ne parla, e Ombre Rosse (pietra miliare)..qualche riserva per i dannati a gli eroi...
Ho ben altre produzioni in mente, anche molto lontane (in quanto ad "afflatus" ed "affectus") dalla produzione hollywoodiana..
Bacio,
Misty
Liste e classifiche non c'entrano, ma
RispondiElimina'I dannati e gli eroi' è un grandissimo film, per me.
Insieme a 'Rapina a mano armata', 'The killers' di Siodmak e a pochi altri, ha un congegno a incastri degno dei migliori gialli. Woody Strode, Stg Rutledge, è una statua e un simbolo. E l'antirazzismo non era così scontato in quegli anni.
Ed è uno di quei film che 'cresce' ogni volta cho lo si riguarda...
Ah il West e John Ford e poi John Wayne. Un genere che ho sempre amato, vari film rivisti più volte ma, grave lacuna pochi presenti in videoteca. Credo che dovrò rifarmi e anche seguire il tuo consiglio librario, ma intanto pur se rinata come passione "senile", dieci anni fa ho iniziato la collezione di Tex (con la nuova ristampa del mitico numero uno), ho seguito di pari passo (per qualche anno anche TuttoTex), continuo conla serie ordinaria e adesso il problema di dove metterli ancora comincia ad essere assillante. Ma anche il fumetto western, Tex per antonomasia (qui giochi in... casa), è un'altra di quelle maschere della malinconia che hai così ben proposto.
RispondiEliminaA proposito di occhi e rasoiate, con Ford non siamo stati noi... Lo giuro! ;-)
RispondiEliminaLorenzo, qui un cofanetto di Ford, http://www.dvd.it/page/dett/arti/158896/nv/DVD/cof._john_ford_(il_traditore_+_i_cavalieri_del_nord_ovest).html ma è all'insegna del risparmio, contiene due soli film del "migliore". Non conosco I dannati e gli eroi, dovrò porvi rimedio, ed anche farmi regalare il libro di Troncarelli (per me Lorenzo ci piglia la percentuale dall'editore... hehehe!)
Per quanto riguarda Allen, premesso che non intendevo in alcun modo mettere in discussione la libertà di culto di Misty (mi prendo la licenza di rivolgermi a lei direttamente e di pronunZiare il suo sacro nome senza timori), ritengo che Woody non sia un regista jazz, sebbene ami il jazz (ma io credo che lui piaccia celebrare se stesso mentre fa finta di amare/suonare il jazz). Ho smesso di vedere da secoli i suoi film. Melinda e Melinda me lo sono dovuto cuccare per forza, e l'ho trovato orribile! Diciamo che una volta visionato Provaci ancora Sam - il miglior film di Allen, poroprio perchè non lo ha girato lui... - si possa fare tranquillamente a meno di cibarsi della stessa pietanza (fatte salve alcune rare eccezioni) anche se condita con salse diverse, che è un cocktail di narcisismo autoreferenziale, radical chicchismo, (dis)avventure e tic nervosi/nevrotici degli yuppies rampanti della Grande Mela. Dio ce scampi (e mi ri-faccio monoteista...). Ford, vuoi mettere, sarà anche stato razzista, ma il suo cinema in "movimento" si che era jazz!
Beppe, I'm sorry, Ford era PRoFondaMente anti-razzista. In maniera faulkleriana, mette in scena tutte le comunità umane possibili e immaginabile, trovando un accenno di comprensione e simpatia anche per i comportamenti più nefandi (Liberty Valance docet).
RispondiEliminaIn Sentieri Selvaggi, Wayne che prova repulsione per la piccoola Natalie Wood 'indianizzata' è un capolavoro di psicologia dello stereotipo e della solitudine.
Occhio (;), non era un regista solo 'tecnico' che inventa carrellate di chilometri e altro. Era soprattutto un regista di cuore. Un cuore americano, irlandese, apolide.
Un tipo di cuore che oggi batte in Eastwood, in Clooney, in Mallick e in pochissimi altri.
No, scusa, avevo interpretato, o letto male la tua frase:" l'antirazzismo non era così scontato in quegli anni".
RispondiEliminaFord è, come giustamente dici, il regista delle passioni (collettive ed indidividuali) e la sua tecnica, mai fine a se stessa, è sempre al servizio dell'espressione. Clooney non lo conosco; Heastwood mi piace una volta si e tre no (meraviglioso Million Dollars, un film al batticuore, come quelli di una volta; sopravvalutato Bird; quasi pessimo Mystic River); adoro il geniale e poeticissimo Mallick. A gennaio dovrebbe uscire il suo nuovo film, The New World, ispirato alla leggenda di Pocahontas . Peccato che durante la lunga carriera ne abbia girati solo 3, senza contare l'ultimo, tutti magnifici. Altri registi di cuore (e del mio cuore) in un'america lost in ... quel postaccio: Michael Mann; William Friedkin; Paul Schrader
Parlavo di registi vivi e attivi, Beppe. Altrimenti dovremmo citare Aldrich, Siegel, Peckinpah e la lista sarebbe ancora lunghissima...
RispondiEliminaSu Mistic River, non posso essere d'accordo con te. Capolavoruccio, IMHO.
;)
Ma i registi che ho citato sono tutti vivi, vegeti ed attivi, fatti i dovuti scongiuri... oppure, chissà su cosa stavolta non ci stiamo capendo... ;-)
RispondiEliminaNon sarà Mystic River a portare la guerra nei nostri cuori (però è brutto... hehehe!).
No, Beppe, hai ragione tu. Avevo sbagliato ''Mann'', Antony/Michael. Però, Paul Schrader (immenso sceneggiatore!) come grande regista e 'fordiano', mhm...
RispondiEliminaOddio, Giuseppe!!!!!
RispondiEliminaNon siamo d'accordo quasi su niente!!!
Si Allen, si Clooney, si si Eastwood (e Mistic River con quei due grandissimi di Sean Penn e Kevin Bacon è un plus-capolavoro!!!!!!!).
E poi, scusa la curiosità, ma..."sacro nome" il mio? ma davvero?!?:-)))
Baci, ragazzi, e Buone Feste a tutti...
Se avete tempo, andate a vedere "Broken Flowers"...poi ne parliamo...
Misty
Mystic name... volendo, ci siamo quasi :-)
RispondiEliminaIl primo grande ed evidente difetto di Mystic River è la pessima sceneggiatura. Buona tecnica (ma la tecnica non è tutto, tutti possono imparare le tecniche, non tutti sono dei John Ford) al servizio di una storia approssimativa, didascalica, improbabile, insincera, a mio avviso reazionaria. Gli interpreti sono bravi, ma non è il primo caso di film mediocre con un cast stellare. Citavi Jarmush. Un autore non sempre al massimo, ma sempre sincero e con qualcosa di vero da dire, anche con film "minimali" come Coffee and Cigarettes... Su Allen ho già detto; come dicevo Clooney non lo conosco bene, quindi resta una speranza.., sebbene negli ultimi tempi provi una diffusa e feroce idiosincrasia per certo cinema american-dittatoriale.
Buon anno a todos!