di fatti, di genova

 Vissuti
 che volano gabbiani a guaire
 avvoltolando il cielo dei giorni prima
 Presagi di fumi funesti
 di giovani di scafandri vestiti
 che guàrdansi intorno
 come sempre fanno quei che non sono
 e diventonsi ciò che fanno
 sine bussola partiti
 isola quantità distribuiti
 d’autorità stabiliti
 ogni d’uno attaccato a cellulare
 che mamma chiama
 eroe già prima della prima
 e s’apre il sipario di zona rossa
 alla riscossa









- tow tow tow tow tow - tow tow tow tow tow - - tow tow tow tow tow -
  E squarcia e tuona
 di silenzio assenso
 risuona botto di tenda
 che bomba sottenda
 orchidea di mille colori stesa
 e pesa la sorpresa plumbea
 sembra d’avere voci dentro di sé
 ma non ce n’è
 si pensa già da tempo
 al male
 che l’onda risale a cerchi concentrici 
 stante, distante, prestante
 pesante, di Fede infedele vestale
 di riti antichi e sdruciti come d’una maglietta di cui parlerà
 un papà davanti alla faccia del figlio
 zampillo di sangue, accendino, spiccioli,
 e rotolo al braccio
 adesivo inerte
 aria di buio al sole
 e squarcio
 e poi
- tow tow tow tow tow - tow tow tow tow tow
 Mai vista
 tal conquista di salite e visi d’abitanti sgomenti
 li senti, là dove manco i saraceni avevano osato
 che d’olio bollente li avrebbero respinti
 li senti, distinti i passi in marcia
 dal selciato grigio al cielo squarcia
 solcato dal ritmo di pale
 giorno e notte
 sindrome di botte
 naturale
 che due pale
 che due pale
 - tow tow tow tow tow - tow tow tow tow tow - tow tow tow tow tow -
 Quando scoppia il vero
 non c’ero
 muore, all’ora in cui cambia
 la strategia,
 la psicologia
 Muore il ragazzo di sassocolpito
 grida il soldatino che, poverino
 con lui si gioca
 Spara il ragazzo di nerovestito
 dal carro disarcionato
 alza il cane e abbaia secco due volte sole
 due
 nauseabondo, si perde il senso
 per un secondo
 che l’orbita oculare di tutti sparisce
 poi torna, diversa
 e si capisce
 - tow tow tow tow tow - tow tow tow tow tow
 Di notte m’illumina il terrazzo
 come dal film di Costa Gavras
 Sento le urla d’un pazzo
 sogno Jack Lemmon e il suo cappello
 Che alla Diaz fanno del bello
 Ah, che buffi personaggi!
 patronimici nascosti da scudi e caschi
 fini esecutori di ordini fini
 sopraffini, sopra di loro affini
 anima di loro fini
 - tow tow tow tow tow - tow tow tow tow tow
 Quando il vero risuona
 c’ero, a malapena
 ma l’ho vista
 la mandria di bisonti
 gli scafandri folli di Mazinga
 Irritanti e scoscesi, corse di bandiere
 rosse di riscosse vagheggiate, percosse
 (dalle manganellate poi)
  Al resto dei buoi
 il bonzo suona rintocchi alieni
 ma innervati, transumanza di
 greci austeri
 usciti dal mito e dalla macchina di Wells
 sardi di sardinia nazione rivoluzione
 animalisti che criceti fecero  
 perire
 di lacrimogeno
 sfasciando vetrina
 latrina
 di libertà totale
 Non vale, non vale
 tutti giocano a carte coperte
 prova sublime d’anarchia e 
 regime
 e nella via il fiato giovane
 debole, ribelle, finalmente
 ma non si sente
 soffocato da faccetta nera
 che spera
 di ridurre tutto a cronaca nera

 Bolzaneto

 Alimonda

 Quinto

 Quarto

 Sturla

 Dante

 geografia di dèi
 sconfitti
 là nei posti dove s’alzano gli
 affitti
 Strategia globale di anacronisti
 mostri
 in attesa di un governo mondiale 
 che lo dimostri

(Genova, luglio 2001 - pubblicato su "Diario")

opere di Joy Garnett