Sarà la musica che gira intorno...

"Il versificatore, una macchina descritta da George Orwell nel suo 1984, generava musica per le masse infelici. Nel 1949, quando fu pubblicato il romanzo, l'idea di eliminare l'uomo dal processo creativo che porta a comporre la musica sembrava fantascienza. Oggi, invece, alcuni programmatori stanno lavorando in un nuovo campo della ricerca chiamato analisi musicale, e stanno sviluppando dei software capaci di prevedere quali canzoni diventeranno dei successi (...) "Le canzoni corrispondono a un numero limitato di equazioni matematiche", spiega Mike McCready (…) I software di analisi musicale sono in grado di rivelare somiglianze sorprendenti nei parametri di fondo di due brani di epoche differenti (…) Secondo il software della Platinum, Music Science, diversi successi degli U2 hanno molte somiglianze con alcune composizioni di Beethoven (…) I nomi dei principali clienti sono trapelati: Capitol records, Universal music group, Sony music, Emi e Casablanca records.

A volte le etichette nascondono anche ai loro artisti il ricorso a un sistema di analisi musicale per decidere quali singoli promuovere."

(su Internazionale, un articolo dall'Economist)



illustrazione di Gunnor Petersen, "Pictorial Rewiew" (1955)



Commenti

  1. Ecco. Poi manca l'orgasmatron di Woody Allen e siamo a posto!


    BRRRR...

    Rabbrividisco...

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  2. stanno sviluppando dei software capaci di prevedere quali canzoni diventeranno dei successi


    COSAAAA???!!!

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  3. No, Yzma, è già sviluppato. Vengono segnalate come frutto di questo procedimento "Candy Shop" di 50 cent, "Be girl" di Aslyn, "Unwritten" di Natasha Bedingfield, "She says" di Howie Day e "You're beautiful" di James Blunt.


    Comunque, un tempo, le case discografiche facevano costosissime ricerche di mercato, testando la reazione di migliaia di persone che dovevano ascoltare al telefono parte di un brano. Se le major risparmiano su questo fase di pre-produzione, potrebbe esserci una diminuzione di spese di post-prod., magari sul costo del cd. Il che non sarebbe male.


    Il sistema è già operativo da tempo per le suonerie dei telefonini, la sequenza delle canzoni alla radio, le colonne sonore Disney, i Jingle degli spot.


    Certo, c'è la sensazione della musica ridotta a un "rumore di fondo" omogeneo, senza più diversificazioni. La colonna sonora della globalizaciòn. Ma io sono convinto che il bicchiere sia mezzo pieno. Che alla fine si cercherà sempre un angolo di naivité, di suono sanguigno, di ritorno alle origini.


    Insomma, Seaweeds, l'Orgasmatronic sarà una piacevole variazione sul tema...


    ma il tema resta quello originale!

    ;)

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  4. Due considerazioni: in editoria non è poi tanto diverso, non ci sarà un software (chissà) ma sicuramente i best seller da spiaggia seguono una serie di comandamenti; e in televisione, propinano format spazzatura che hanno grande successo... Vada per l'Orgasmatronic comunque!

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  5. Uff.... Che tristezza ste cose...

    Anzi... è proprio uno schifo!

    Uno dei tanti...


    P.S. C'è un mess in pvt.

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  6. Benvenuta, biancac.

    Purtroppo il "software" editoriale funziona troppo bene, visto il quantitativo di libri pubblicati, a discapito della qualità...


    Per quanto riguarda i format, cominciano ad esserci i primi segnali di cedimento. Vedi il nervosismo di Canale 5. Lunedì, noi poveri appassionati di science-fiction, aspettavamo con ansia la super-pubblicizzata ultima puntata di "Invasion". Che ti fa Canale 5, quatto quatto? Cambia il palinsesto in giornata, utilizzando una spregiudicata strategia promozionale. E viene infilato il reality della DeFilippi, strombazzando ai quattro venti che si trattava di un'urgenza, che il programma sarebbe finito a sorpresa, proprio quella sera. Dopo sole due puntate, con vincita miliardaria. E' stato utilizzato il TgCom come "viral". Questo tipo di tecnica consiste nel creare aspettativa intorno a un evento, affonda le sue radici nella rete, luogo in cui si parla di "hype".


    Fatto sta che Invasion non l'hanno fatto, capitalizzando però le attese del suo pubblico. E, alla fine, non era vero che il programma della De Filippi finiva lì. Incredibile, doppio trucco, doppio inganno.


    E poi ci si chiede come si fa a costruire un impero. Strombazzando.

    ;)

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  7. Questa faccenda mi ricorda una scena de "L'attimo fuggente", quando Robin Williams fa strappare dai suoi alunni una pagina del libro di letteratura contenente "gli ingredienti" della poesia perfetta. Mi auguro che gli esempi citati siano solo un caso e che il software sbagli il più spesso possibile. Io credo, comunque, che le case discografiche cerchino di raggiungere il successo tarando verso il basso i gusti del pubblico. Questo sistema, purtroppo, si rivela più efficace di qualsiasi diavoleria elettronica.

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  8. Però, Radiofax, ammettiamolo. Negli anni Ottanta, quando la musica rasentò davvero il fondo, sarebbe stato difficile scoprire il suono del Mali, o Bregovic e i balcani, i Sigur Ros, la norvegia, l'islanda, il Canada, i Gotan Project, il Buena vista social club. Per noi i paesi scandinavi erano gli Europe, che suonavano come tutto il glam-metal del mondo.


    Insomma, non tutto il male viene per nuocere. Nella crisi, s'intravede il Rinascimento. Cercano di omologarci, e noi usiamo i loro strumenti per diversificare. Globalismo/glocalismo, finzione/realtà, pornografia/erotismo, Ipermarket/commercio equo, Apicella/Daniele Silvestri, Grande Fratello/Residence Bastoggi...


    Venceremos, adelante!


    ;)

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  9. Senti, non distruggermi il mito adolescenziale degli Europe, eh!

    Che altrimenti poi ti mando il conto dell'analista che dovrà curare la mia crisi di nervi! :-)

    Di solito si dice che quando si tocca il fondo non si può far altro che risalire.

    Il problema è: ma quando cavolo arriva sto fondo?

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  10. Altroché Europe, beccati 'sto ragazzino (http://www.youtube.com/watch?v=A5Sl8sZuT-U).


    Chiaramente, è partita un'altra catena di Sant'Antonio mondiale!

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