Dante, la nebbia, gli zombie

"Nebbie e Delitti" è una fiction di Rai Due, scritta, interpretata e confezionata talmente bene che intendo recuperare i romanzi di Valerio Varesi, sull'ispettore Soneri. Ferrara, la caligine, l'incedere lento del Po e del genere polar di simenoniana memoria. Barbareschi s'è lamentato della collocazione, venerdì in prime time. Sbaglia. C'è freddo, c'è vento, si sta in casa. E c'è voglia di quella roba lì.
Anche sabato c'era freddo e vento, e voglia di esserci. Un lungo serpentone  di giovani
attraversava Genova, quasi autoconvocato. Ho camminato fianco a fianco con Giuliano Giuliani, e abbiamo scambiato alcune parole. Conferma l'impressione di uomo moderato, intenso e rigoroso che è emersa nel tempo. Merita di sapere la verità sulla fine di suo figlio. Quel sasso con cui gli hanno spaccato la testa mentre era già a terra, per esempio. Davvero, troppo, a prescindere dalle differenti valutazioni. Ad Anno Zero, Giuliani s'è augurato che Carletto fosse già morto quando è avvenuto quello scempio. Gli ho stretto la mano con forza. Per questo c'eravamo in cinquantamila, per soffiar via la nebbia dai delitti.
Joe Dante, come al solito, soffia alla grande. L'unico episodio decente di "Masters of Horror" che ho visto finora è firmato da lui. Parla dello staff elettorale di un presidente simil-Bush prima delle elezioni per la riconferma. I soldati morti in questa guerra scatenata da una menzogna si risvegliano, scoperchiano le tombe e tornano a camminare per la strada. Zombi in divisa, che vagano, faticano a parlare, sembrano cercare solo comprensione. Lo staff del presidente ringrazia Dio e il presidente stesso, per il miracolo degli angeli guerrieri che tornano a calcare il suolo della patria.
Tutti, però, si chiedono il motivo vero di questo risveglio. Finché uno degli zombie si presenta al seggio. Sono tornati per votare. E una volta depositata la scheda nell'urna, muoiono. Ci si rende conto che votano liberal, per la prima volta nella storia dell'esercito. I sondaggi danno il presidente in caduta, lo staff si affanna a condannare questi traditori decerebrati tornati dall'inferno. Si crea il panico, le elezioni stanno finendo in parità. Una dello staff tranquillizza i colleghi. "Tanto poi siamo noi a contare le schede". Infatti vince il presidente. Ma lo staff non fa in tempo a festeggiare. Un urlo potente si leva da tutti i cimiteri del paese. Si stanno risvegliando tutti i morti della guerra, anzi, di tutte le guerre, anche delle precedenti. Perchè quelli che sono tornati a votare, e si sono visti truffati, hanno fatto la cosa più normale per un soldato in difficoltà.
Chiedere rinforzi.




Nick Botting, "The Morning Paper Green Park"
James Bama, "Air Force officer lecturing another"
George Sottung, "Standing soldier"




Commenti

  1. Ho passato più di un'ora a leggere tutta la ricostruzione sulla morte di Carlo Giuliani. Alcuni passaggi non li conoscevo proprio.

    E rimango sempre più basita.

    C'è bisogno di chiarezza. Basta nebbia.

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  2. a Genova c'era anche il nipote sedicenne di un carissimo amico, (non aveva avuto dai genitori il permesso di andare, ma ci è andato lo stesso e una volta là li ha chiamati per dire che doveva esserci anche lui) :-))


    un saluto

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  3. non essere sempre modesto, dai.

    è giuliano giuliani che camminava al tuo fianco.

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  4. Rugiada. Quel particolare del sasso lo conoscono i pochi, in effetti. E vale da solo una commissione d'inchiesta.


    Yzma. C'è un lato chiaro, e bello, in quei ragazzini sempre raccontati così male.


    Anonimo. eheheh. Tu dov'eri, in coda, ben nascosto?

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