Le squame, la felce.
Molti della mia generazione hanno visto i
cartoons di Hanna&Barbera. Spesso realizzati in economia, ma alcuni
erano particolari, pieni di personaggi bizzarri. Parlo di Shazam,
Birdman, gli Erculoidi, Plastic-Man, Superman, i primi Fantastici
Quattro. Bene, dietro quei prodotti di artigianato medio si celava
l'arte del più grande di tutti: Alex Toth. Questo volume spiega il
mestiere. Come si tratteggia, con passione e dovizia, anche lo sketch
dell'ultimo dei comprimari. Come si affronta la difficile arte
sequenziale dei layouts. Come una serie poteva essere presentata ai
produttori tramite illustrazioni a colori di tale livello che potrebbero
oggi valere centinaia di migliaia di dollari. Toth aveva la grazia nel
segno, ma anche la potenza. I suoi personaggi hanno sempre un "peso",
un'idea intorno alla quale ruotano. Il tocco dei migliori, subito
riconoscibile, come un assolo di Hendrix, una svisata di Charlie Parker,
una finta di Ronaldo, il sound dei Beatles, degli U2, una domanda del
tenente Colombo. La matrice inarrivabile della cultura popolare.
Quell'uso del pennarello, pennino o china, come nessuno. I vestiti di
Toth, la piega creata con un tratto di sintesi mai vista. Come per
incanto si è in grado di capire ogni materiale: la tela, il lino,
l'acciaio, le squame di una sirena, la felce, il terriccio. Ecco perchè è
ginnastica per la mente, Toth aiuta ad addentrarsi nel segreto della
rappresentazione. Come fecero i suoi coevi, Milton Caniff, Frank
Robbins, Alex Raymond, Al Wiliamson, John Prentice, George Tuska e i
suoi successori: Gene Colan, John Kubert, John Romita. E qui, il primo
Pratt, il primo Milazzo. Anche se pensando a Toth, penso agli scrittori
della sintesi. A O.Henry, Stephen Crane, Rod Serling, in primis. Poi, Ed
McBain, Elmore Leonard, Carver… Ma più di tutti penso a James M. Cain,
che con lui condivideva l'arte del tratteggio nella rappresentazione.
Grazie, mondo, per come hai saputo raccontarti.
Grazie, mondo, per come hai saputo raccontarti.
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