Quell'attimo prima


























E' una cosa a cui si fa sempre fatica ad abituarsi.
La pornografia della violenza. Cuociono il conformismo a fuoco lento - neo-burka, teo-con - ma in edicola ho comprato una rivista intitolata 'Foto Shock' (che NON vi consiglio).
Immagini quasi tutte ricavate da siti precisi, sempre zeppi di foto di iracheni uccisi. Presumibilmente scattate e vendute da chi li ha uccisi.
Ci avvitiamo intorno a questo panno nero. La morte visiva preme alle nostre porte con assiduità, moltiplicando il fenomeno 'Real Tv'. Guardavo quella trasmissione, tendendo i muscoli, sudando. Un tizio arriva con la pistola, l'altro alza le mani, il tizio spara. L'altro si accascia con uno spasmo. L'attimo, il diaframma tra un secondo prima e il secondo dopo. La suspance suprema, quella del fatto reale. JFK a Dallas, Lee Harvey Hoswald,
l'ufficiale vietnamita che spara al prigioniero, Sadat, Rabin. Via via fino alla decapitazione di Nick Berg o al poveraccio investito da un treno in diretta. La visione ultima. Insostenibile, ma avidamente ricercata dai nostri occhi. Come se un Alien si agitasse dentro di noi, e noi - per rimuoverlo - ci rifugiassimo dove capita: dal voyeurismo vippaiolo tivù al complimentificio bloggaro, alla poeticità astratta. Basti vedere le nuvole qui sotto!
Ci stiamo assentando, forse per assestarci.
Forse questo magnete della morte altrui ci attira per esorcizzare la nostra.
O forse, per dirla con Vonnegut, 'gli umanisti, non avendo ricevuto informazioni attendibili su nessuna specie di Dio, si accontentano di servire meglio che possono l'unica astrazione con cui abbiano una certa familiarità: la loro comunità'.
Questione di abitudine, mi ostino a vedere in chi muore un mio comune.
E lo voglio vedere, per capire, per pensare.

Per non abituarmi mai.



Commenti

  1. Pensi che sia fragilità quella che abbisogna della stampella del complimento? Che sia narcisismo mai abbastanza appagato? O che il circuito degli affetti, dell'apprezzamento, della stima reciproca (forse a volte illusori) sia proprio l'unico modo si esorcizzare.... la morte? (Per dirla con Ligabue:... l'amore conta, conosci un altro modo per fregar la morte?)

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  2. Non credo che esistano modi per fregare la morte, se non l'illusione di sentirsi vivi mentre vediamo qualcun altro morire, ma è appunto un'illusione.

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  3. ''Il creatore letterario (blogghista, ndb), in un certo senso, fa la stessa cosa del bambino che gioca: prende sul serio il suo mondo di fantasia, ma lo separa nettamente dalla realtà. Ne risulta che molte cose, che, in quanto reali non potrebbero procurare godimento, possono invece farlo nel gioco della fantasia; e spesso un eccitamento per se stesso propriamente penoso può divenire, per l'uditore o lo spettatore del poeta, fonte di piacere.''


    Ancora più illuminante: ''(il creatore letterario) tende a scindere il proprio Io, mediante autosservazione, in Io parziali, personificando in più eroi i conflitti che agitano la propria vita interiore.''


    Siegmund Freud, da un articolo intitolato 'Il poeta e la fantasia'.


    Comunque, sì, Yzma. Un fitto reticolato di complimenti spesso nasconde la pochezza delle cose da dirsi, un po' come un immenso diario di adolescenti, e l'adolescente pensa moltissimo alla morte.


    Non c'è giudizio in questa mia lettura. C'è autoanalisi e constatazione!


    ;)

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  4. Radio Fax. In questo senso, i due 'Final Destination' sono dei veri capolavori!

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  5. Mannaggia, giuro che quando ho scritto di Freud, il tuo commento non mi era ancora apparso. Maledetto telepatico..

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  6. Pensavo al termine "pornografia". Porné è la prostituzione, l'atto di vendere qualcosa di proprio per denaro, e dunque la pornografia è lo scrivere (o il descrivere) la mercificazione di bene gratuito, l'amore. Effettivamente la pornografia della violenza è esattamente la stessa cosa: si prende un altro fatto umano, e si lucra sulle sensazioni -naturalmente forti- che questo causa nelle persone. Il sesso, come la morte, la paura, il dolore. Anch'io stamattina ho visto quell'articolo di Repubblica con le foto di Guevara, ed ho provato un vago senso di nausea nel vederle. C'è sempre qualcosa di innaturale, di patologico nel VOLER MOSTRARE la morte, nel cercare di catturarla negli occhi vuoti di un cadavere, o nelle chiazze scure del sangue sull'asfalto. Sono i momenti in cui penso che l'uomo è fatto per autodistruggersi, ed è inconsciamente attratto da questa continua idea di annullamento. Vabbé, ok, l'ha detto Freud prima di me, ma solo perché lui è nato prima. Resta il fatto che tutto questo mi chiude la bocca dello stomaco. Altroché le vignette su Maometto, Gesù Cristo o Sai Baba.


    Per cambiare argomento: NUOVO QUIZ sul mio blog, stavolta Lorenzo hai l'obbligo morale di stravincere, anche perché i brani sono -secondo me- di una semplicità disarmante!


    Buona giornata,


    -Doc

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  7. Dovremmo essere in grado di non abituarci mai. Quando si dice che non bisogna chiedersi per chi suona la campana quando suona,questo e' un modo per rimanere lucidi ed empatici nei confronti di un nostro simile all'altro capo del mondo.

    Bel post


    SI

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  8. Tanto per cominciare, ti ringrazio per avermi attestato dell'acume, ma rabbrividisco all'idea che tu abbia potuto ritenermi capace di scrivere un commento con l'unico scopo di pubblicizzare il mio blog (442hz!! venite da me!! super quiz musicale, divertimento assicurato, buona musica, luci al neon, birra alla spina.. dalle ore 23 le donne non pagano, dalle ore 24 miss maglietta bagnata, e gare di rutti!).

    E comunque se proprio ci tieni a vincere, signor permalosetto, rimboccati le maniche e partecipa a questo quiz, anziché lamentarti sperando in una vittoria retroattiva..


    Più seriamente, credo che la pulsione di morte sia congenita nell'uomo, ma che vari adattandosi alla sua cultura. Il cannibalismo è una forma di ostentazione di forza prepotente, così come l'esposizione dei cadaveri, o di parti di essi. Lo è l'infierire sui prigionieri, e il collezionismo dei loro oggetti, anche privi di valore. Lo era il circo dei gladiatori, e lo è ora la lotta fra cani; e neppure io sono immune alla spettacolarità degli incidenti di formula uno, che è poi l'unico motivo per cui una persona resta a sorbirsi sessanta giri di pista sapendo che i sorpassi tra automobili sono un evento frequente quanto la cometa di Haley..


    La morte equidistante.. è verissimo, è equidistante dalle nostre opposte idee di uomini finiti, perché è infinitamente più lontana, e per questo INdefinibile. Chi è più vicino alle stelle? Novara o Genova?


    Buona serata, a presto


    -Doc


    442hz 442hz 442hz 442hz 442hz 442hz

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  9. Indubitabilmente Genova: a Stella nacque Pertini, altro tipino assai 'permalosetto'. ;)


    Buona serata a te, Doc!

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  10. Questa è una di quelle cose su cui non sono mai riuscita a prendere piena posizione. Ho sempre abborrato certe immagini di morti cruente pubblicate su tv e giornali, quasi a voler ulteriormente violare e calpestare la dignità e umanità nell'istante della morte.

    Al tempo stesso però mi rendo conto che, se qualcosa si può fare per smuovere qualche coscienza, a volte (sempre troppo poche) è proprio scuotendo la gente con effetti shoc come questo.

    Purtroppo però come sempre c'è chi abusa all'inverosimile di questi mezzi di comunicazione, aizzando ulteriormente tensioni, odi e fazioni.

    Uff... La verità dovrebbe stare sempre nel mezzo?

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