Imperscrutabile


(dal Corriere) GENOVA - Due donne sono state trovate impiccate sotto l'arco del ponte della ferrovia della passeggiata Anita Garibaldi di Nervi, a Genova. I carabinieri intervenuti sul posto parlano di un doppio suicidio e non escludono che si tratti di due sorelle, forse gemelle, di un'età presunta di circa 60 anni. Le due donne non avevano documenti e non hanno lasciato una lettera per motivare il gesto. I militari stanno cercando ora di dare loro un nome.


DUPLICE SUICIDIO - I due corpi sono stati trovati stamani da un passante, erano uno vicino all'altro. Le corde, presumibilmente quelle dei pescatori che proprio sotto l'arco della ferrovia hanno alcune baracche, erano appese ad una scaletta ed i cadaveri erano solo parzialmente visibili dalla passeggiata. L'orario della morte, secondo quanto rilevato dal medico legale, sarebbe circoscritto tra le 23 di ieri sera e le due della notte. Le vittime potrebbero aver raggiunto il posto in autobus, nelle tasche dei loro abiti sono stati infatti trovati due biglietti obliterati con un orario che potrebbe essere compatibile con quello della loro morte.


E' successo a due passi da qui, e la cosa già turba.
Ma, i due biglietti obliterati.
L'animo umano è un libro misterioso.
Andiamo a ucciderci, e abbiamo paura di una multa?



Joos van Cleve, "St Jerome-1525"
Caravaggio, "St Jerome - 1600"





Commenti

  1. La progettualità di come raggiungere la fine prende corpo nell'ambito della quotidianità routinaria

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  2. Sul Secolo IXX di oggi c'è la storia. Erano due sorelle, non gemelle. Hanno voluto seguire una terza sorella, che si era tolta la vita tanti anni fa.

    Hanno vissuto con quest'unico obbiettivo in testa.


    Vedendo la bellezza di Nervi oggi, capisco che una cosa del genere, qui, la puoi fare solo di notte.

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  3. La mente umana a volte è davvero imperscrutabile. Io penso che bisogna avere una grande pietà di fronte agli altri, nel senso alto del termine. "Siamo canne sbattute dal vento", come dice Pascal, oppure: "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie", come descriveva Ungaretti, nel '18, la condizione dei soldati in guerra. Di fronte alla morte, e alla fragilità della vita, secondo me bisogna avere solo pietà; non c'è un altro modo di "capire", di avvicinarsi. Credo. Sperando che, nella nostra fragilità, qualcuno provi lo stesso. "Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto", ha scritto Paolo: in fondo la com-passione è questo, ed è un modo di amare.

    Che mi sembra il sentimento che alla fine può prevalere, se lo si cerca, o lo si crede, o lo si spera, o lo si conosce.

    Abbracci

    E.

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  4. Erika, sei la risposta vivente(scrivente) all'anonimo del post precedente!


    Al di là della rima, il tuo modo di vedere le cose è stupendo e molto raro.

    Meno raro, anzi frequentissimo, il coro di amici, parenti e vicini, in questi casi. "Quelle due? Impossibile. Così disponibili, dolci." "Incredibile, sembravano piene di vita"... "Quando l'ho sentito alla tivù non volevo crederci"...


    Aggiungerei un chiosa a Paolo "... imparate a riconoscere la gioia e il pianto anche quando si nascondono".


    In quella famiglia c'erano nove fratelli. tre si sono suicidati. Non è solo affar loro, evidentemente.

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  5. non volevano incappare in intralci, era tutto pianificato e doveva funzionare come previsto?

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  6. Di chi sono i quadri, Tri?


    sul commento non fatto, lo capisco!


    ;)

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  7. esiste un film chiamato the Bridge in uscita in america (forse) in cui vengono filmati diversi suicidi dal ponte di Los Angeles, tutto fa riflettere su di un mondo in cui impotenti su tutto possiamo solo decidere come toglierci la vita!

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  8. Filmati reali, immagino...


    Sull'impotenza, io ho una teoria un filo più ottimistica. :)

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  9. l'ultima volta che sono stata in india, due anni fa, ero ancora scossa dal suicidio di uno dei miei più cari amici. obiettivamente sapevamo tutti che questo sarebbe successo prima o poi, ma non perché lui fosse una persona triste o che non amasse la vita, tutt'altro, ma perché ha sempre detto che quando uno ha fatto quello che sente di dover fare su questa terra, è meglio "togliere il disturbo"...

    incontrai uno swami un giorno e gli chiesi cosa gli induisti pensino di chi si toglie la vita. lui, sorridendo, mi disse, "sono anime che non usciranno mai da questo ciclo. nascono ben sapendo che moriranno per mano loro, ma non per questo non si divertono, non per questo soffrono. loro sono già consapevoli"...

    forse è per questo che loro hanno anche obliterato il biglietto per arrivare al loro appuntamento...

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  10. Toccante e suggestiva testimonianza, Truth. Però, secondo me, la solitudine e la mancanza di contatti sociali è un discorso che prescinde la metempsicosi delle anime.


    Basterebbe vivere in città più inclusive che esclusive. Dove magari, qualche familiare ti aiuta per davvero, anzichè spedire dolcetti a natale.

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  11. su questo sono assolutamente e perfettamente d'accordo! senza ombra di dubbio... purtroppo solitudine, individualismo, isolamento sono le piaghe di questa nostra società...

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  12. Strani omaggi, in uno strano post(o), da uno strano nick.


    Comunque, accettati.

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