A porte chiuse

Post facile, già scritto.
Ovvio, moralista, grossolano. Parla di questo fiume nero che ci scorre sotto. Parla delle scritte sui muri delle città. Parla degli incroci, delle precedenze. Parla dei bar, dei circoli. Parla della difficoltà di dialogo. Parla dei quotidiani on-line, dei mirabolanti sondaggi, del divertimentificio. Parla del dibattito pubblico, della analisi a vuoto. Della paura. Parla del machismo, dei petti gonfi. Di quella volta, da ragazzino, che tirai un sasso nel vetro dell’auto vuota targata Parma. Con Sgariboldi siamo scappati in bicicletta, con lui che pedalava come Pippo. E quando scavalcai a San Siro, per finire in mezzo ai rasati. Anni dopo mi toccò scavalcare la finestra del cesso della trattoria, per fuggire dai rasati. E quella volta che feci testamento sul foglio a quadretti, prima della trasferta. E i calci sulla mia auto. E l’ingresso scortato in gradinata. E le telefonate anonime. E le feste de l’Unità passate chiuso in una volante della polizia. Un post scritto dal setto nasale. Insomma, il più autobiografico. Outing e vergogna. Che poi, no, fa figo avere avuto il passato turbolento. Fa tanto vissuto. Insomma, un post che in fondo parla dei ragazzi delle curve. Degli anni Settanta, quando si intuì di convogliarli lì per toglierli dalle piazze. Parla di quei deputati che in ogni città li difendono, li usano, li fomentano, li veicolano. Uno in ogni città, a volte due, nomi e cognomi risaputi. Parla dello scioglimento della Fossa Dei Leoni del Milan - i primi, quelli del ’69 - delle Brigate Nerazzure Atalanta. Delle trasformazioni politiche nella curva della Roma. Dei nazi veronesi e laziali. Dello spaccio in curva, della prostituzione in curva. Di neofascismo dilagante. Di vecchi avversari come i livornesi, gli empolesi e i Freak Brothers Ternana che hanno deciso di unirsi in un fronte antifascista, con tanto di seminari e campeggio, per riorganizzare una qualche resistenza. Ci vorrei andare a uno di quei seminari. Per parlare di Spinelli (nel senso del presidente) e di miliardari. E degli autobus con le grate sui finestrini. Dei treni ridotti a carri bestiame. Degli autobus fumosi, di autogrill. Del ruolo della donna in curva. Della settimana organizzata in funzione della domenica, e le domeniche della stagione, e le stagioni della vita. Di dignità. Gli stampo questo post, che parla di quelli che bloccano gli imbarchi per la squadra retrocessa, le barricate, di quelli che manifestano, incendiano cassonetti. Cresce il giro, e va in quella direzione. Destra. Scommesse, droga, soldi, piccoli poteri. Dài, post, parla di buttafuori rasati, in discoteca, che li hai visti in curva. E dentro l’onorevole al tavolino, con lo champagne. Sì, perché c’è sempre figa e champagne alla fine della favola. Si fa tutto questo per i miliardari. Ogni miliardario alla fine di ogni catena. Ecco dove vuole arrivare il post. Ma non arriva da nessuna parte, per
un motivo preciso. Perché sa che "tutto questo" è maledettamente bello. La violenza è bella. Quella curva, le mani battute insieme, i cori, i fumogeni. L’oceano tribale. E poi le auto parcheggiate fuori, la rete di strade e stradine. Scappare insieme. Attaccare insieme. Cacciare. Lasciarsi sfiorare dal Suv della pula, che sgomma. È notte, ci sono le luci, sono il torero nell’arena catanese. Non ho donne, adesso. Non ho madre, non ho dolcezza. Sono un torero.
Occhio, post, torna a calcio e tivù. Il vecchio Paolo Sollier, intravisto ieri, calciatore marxista, eroe dei bei tempi che furono. Gianni Mura intravisto domenica. La differenza tra i sempiterni e gli intravisti. Differenza culturale, politica, di luoghi, di tempi, di tribune. Sarà che Matteo Dotto inquadrato dal
basso mi ricorda il Tall Man di
“Phantasm”, il magnifico film di Don Coscarelli. E allora il calcio, in questo post diventa quella sfera del film. Che se ne svolazza inerme, con un costante rumore di fondo.

Fino a che ti si pianta nel cervello, prosciugandolo.

Ma, no, alla fine il post non parla di sfere. Vorrebbe parlare di ragazzi, ragazze. Dei cori, della coreografia collettiva, di identità. Di adrenalina. Di un immenso spostamento sociale, culturale. Delle periferie urbane e dei figli di papà. Di un nuovo segno dell’esclusione, che un tempo lottava per includersi e oggi lotta per produrre nuove esclusioni. Parla di un’epoca difficile, nevrotica, di passaggio. Brutta, a porte chiuse. A menti chiuse, senza analisi, senza sintesi, senza trattoria, senza rimpianti, senza film.
Post facilone, moralista, già scritto.
Grossolano, randomizzato. Quasi sferico.


In apertura: Bo Bartlett, "Pledge of Allegiance"
Dan Witz, "Rats"

Commenti

  1. ..io nelle curve non ci sono mai stata per il calcio..solo per la musica..

    ma il tribalismo dei tutti insieme fascina chiunque..

    ed ero forse prima in quelle piazze degli anni 70..quando ancora non il potenziale di gruppi giovanili non era stato convogliato lì..

    io l'ho ricondotto in me..

    E la capisco questa aria che circola nel tuo scritto..che dici facile e già pronto..però vedendo le immagini di Catania..ho visto jeans con le griffe finte e voglia di omologazione al niente ..una generazione di amicidimariadefilippi di grandifratelli di perchèparishiltonsìeiono..io c'ho visto tanto vuoto..

    non i figli di papà..l'assenza di tutto..sono il riconoscersi nell'odore dell'adrenalina dell'eccitazione da battaglia..un ritornare ad essere animali nel senso meno bello..


    forse mi sbaglio..chissà..

    un abbraccio bello

    Elisa

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  2. E' un post facilone gia scritto, per te , per noi.

    Ma in questi giorni post mortem, tutto è emerso nei media di massa fuorchè un'analisi ( anche grossolana o facilona) della situazione.

    Anzi ci si è fermati alle analisi, quelle si grossolane e facilone, sulle nuove misure anti-violenza-gli stadi chiusi, i tornelli agli ingressi, il modello inglese.....

    E dopo gli stadi chiusi?

    Come negli anni 70 che, come ricordavi, si è voluto convogliare la violenza della piazza nelle curve.

    E dopo le curve chiuse?

    Mi sembra come quelle amministrazioni che spostano le puttane da una via, per ritrovarsele due isolati più in la.

    Politica dello struzzo.

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  3. Elisa, secondo me non sono quelli di "amicidimariadefilippi di grandifratelli di perchèparishiltonsìeiono", delle griffe.

    Sono una forma di reazione, invece.

    Chiamiamolo effetto collaterale.


    In quei ragazzi c'è tanto "pieno", purtroppo. E l'Unità di ieri non ha sbagliato titolo. Le indagini vanno verso Forza Nuova. Ovvero, verso quello che ogni persona attenta dovrebbe vedere. La scomparsa della sinistra a livello giovanile, e l'ascesa esponenziale di una destra identitaria, che crea reti di partecipazione e "soccorso sociale".

    Una destra che crea gruppi inclusivi del territorio, per escludere altri territori.

    E che comincia a far comodo ad alti livelli.

    Questo è il cuore del fenomeno, secondo me. E il pericolo vero.


    Domandona, Bado. Gli struzzi, sottoterra, riescono a pensare?

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  4. Vedere saltuariamente i manifesti di Forza Nuova sui muri intorno a Roma negli ultimi anni mi fa venire il voltastomaco..

    e capisco quello che dici tu..

    ma questi pseudopoliticizzati sono un contenitore vuoto..

    parlano e si riempiono la bocca di cose che non sanno...


    E' vero che manca una coscienza politica seria..

    io che sono del 62 ne so qualcosa..

    ci abbiamo sbattuto forte la faccia in quegli anni..

    solo poi ci siamo resi conto di essere comunque manipolati..

    però c'era il fermento bello e importante dentro lo stomaco..

    adesso c'hanno solo una rabbia di facciata...

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  5. Mah... in tutta questa vicenda sto facendo un po' fatica a farmi un'opinione ben precisa.

    Allo stadio ci sono andata spesso.

    Di regole del calcio ne ho sempre capito poco, ma l'atmosfera è elettrizzante. Proprio come quando ci si trova ad un concerto. E' adrenalina, è vicinanza, è condivisione.

    Poi però si vedono anche quelli a cui della partita non gliene frega niente. Quelli che sono lì solo perchè ubriacarsi, fumare erba e sfasciare tutto è più ammissibile lì che altrove. E anzi se non lo fai sei uno sfigato. Ci sono quelli che aspettano solo il momento propizio per scavalcare ed invadere il campo. Perchè sono incazzati. Sì. Ma con chi? E per cosa?

    Boh... Io ci ho sempre visto tanta rabbia in queste persone. Rabbia esistenziale, rabbia di malessere, rabbia di frustazione.

    E sicuramente c'è chi ha saputo strumentalizzare e fomentare questa voglia di reazione e sfogo.

    E il calcio diventa solo pretesto.

    Stadi chiusi? E che si risolve?

    E comunque... come al solito... tanto rumore per nulla. La macchina dei soldi è troppo ben avviata, per poter permettere di togliere un giocattolino che ne fa sfornare così tanti.

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  6. Si intitolava Doktor Terror quell'episodio di Dylan Dog dove l'ispettore Bloch si meravigliava per la presenza di tanti figli di professionisti tra i teppisti. E Dylan Dog replicava: "Io ho visto solo figli di puttana". Scusate il francesismo.

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  7. Comunque, giusto per non essere frainteso, condivido la lettura politica di Lorenzo. Ai tempi della scuola (nei plastificati anni 80) mi ricordo che il fenomeno era già parecchio presente. Non oso pensare a quali livelli sia arrivato adesso. io distinguerei, però, tra i "vuoti", inclini alle mode e al narcisismo e i "pieni", con i feticci della destra.

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  8. Si, il cuore del probelma è li.

    La scomparsa della sinistra a livello giovanile e il campo lasciato alla destra e spesso al suo estremo.

    Ma allora, se questo è il cuore del problema, non sarebbe il caso di fare una serie riflessione. No perchè, costruire il partito democratico solo dai 30 anni in su, non mi pare molto lungimirante....

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  9. Distinti saluti, Radiofax. Anch'io ho distinto, se ho capito la tua distinzione.

    Tra pieni e vuoti c'è poi la teoria dei vasi comunicanti, sì.


    Bado. Di lungimirante in giro c'è poco. Ma quel poco va fatto e subito, senza tante pippe. Se poi si organizza una componente marxista-confuciana nel PD ci sto. Meglio che fare la componente liberal-foglista di un partito marxista-buddista, o no?


    Facili profezie (un po' truffaldine). Sento che il diciassettenne indagato a Catania sarà uno di Forza Nuova. Sento che il Caimano, fatti due conti, esprimerà forti dubbi sulla partita a porte chiuse.


    E non vorrei che le decisioni sul futuro ordine pubblico finissero nelle mani di uno che si chiama "Manganelli".


    (Siamo sceneggiati da Zavattini.)

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