Intervista a Umberto Veronesi di Dario Cresto-Dina MILANO - "Ho l'impressione che il dialogo con i vescovi sia diventato un monologo. Bisogna fermarlo", dice Umberto Veronesi: "Mi sembra che la Chiesa voglia condizionare le scelte di un paese che, se devo giudicarlo alla luce dei comportamenti dei suoi abitanti, è a maggioranza non credente, o poco credente". Nel tentativo di contribuire a frenare questa " invasione di campo " il professore ha scritto un libro su un tema spinoso che da sempre gli sta a cuore. È un libro che difende l'eutanasia volontaria. Il titolo è un manifesto, nel senso che dentro c'è già tutto: 'Il diritto di morire' , la libertà del laico di fronte alla sofferenza. Dove la parola laico è un simbolo, un marchio. Professor Veronesi, mentre lei parla di eutanasia il Vaticano attacca su concordato, pillola abortiva, pacs, e fermiamoci pure qui. Un autentico contro potere italiano? "No, perché di sol...
Ciao,
RispondiEliminaposso chiederti di dove sei?
Certo. E io posso chiederti chi sei?
RispondiEliminaSì, sono "Ludovigo L. Menarini" del blog di Cuperlo. Non mael le tue installazioni.
RispondiEliminaBenvenuto, architetto. Qui mi vede di fronte, ma le informazioni le ricava dal "profilo"!
RispondiEliminaBellissimi, raccontano tante cose.
RispondiEliminaSte
Onta e disonore ai costumi da bagno, agli scaldabagni e agli oscar da bagno. E io mi son perso la manifestazione, magari ci avrei ricavato un cilicio gratis.
RispondiEliminase ce la fa meglio per lei...
RispondiEliminaciao, Lorenzo
Resta il dubbio se davvero la lotta per la libertà e l'emancipazione debba avere come vessillo un costume da bagno.
RispondiEliminaMi emozionò molto il video di "Miss Sarajevo", con il concorso di bellezza nella città assediata. O quel reportage: il centro estetico nella Grozny distrutta dai bombardamenti. Con le ragazze che si facevano belle in mezzo al sangue.
Ma m'interessa anche la studentessa che indossa il chador come gesto di dignità.
La mistica del burqua sì, burqua no. La bellezza, nel brutto. Libertà della bellezza, o dignità della salvaguardia? Bel dibattito, ma non basta. Le donne vengono tenute sempre lì, nel limbo estetico (in senso etimologico).
Continuo a nutrire la speranza di sentire volare alto un "pensiero al femminile", fatto di concetti strutturati e in fila, oltre che di indumenti, gesti emblematici. Abbiamo bisogno di pensatrici, di filosofe, non di emblemi.
Chè una donna che pensa scava davvero il terreno sotto l'impero maschile.
L'emblema, invece, finisce per diventare inesorabilmente costume da bagno o velo protettivo.
Il pensiero al femminile..
RispondiEliminamolto bella questa cosa che hai detto...
p.s. ieri ho letto Julia e Berardi che parlava di te e del tuo bimbo..mi è piaciuto di più leggerlo..mi pareva di far parte della famiglia.. :-)
bacioni