Vanessa, l'ultimo nome, l'ultima vita stroncata. Sì, il solito dibattito del dopo: dove stavano le istituzioni, le forze dell'ordine, perché nessuno ha fatto niente, eccetera. Però, smettiamola di essere ipocriti. Ognuno di noi ha sentito di persona almeno un paio di casi che potenzialmente potevano sfociare in dramma - alla nostra età in relazione alle famiglie che si sfasciano - ma a volte ci capita di incrociare una lite tra coppie di ragazzini, in cui lui urla esasperato e sembra pronto alla violenza, lei subisce rassegnata. Quante volte ci è capitato di sfiorare il tema, di sentirne il vento nero. Ma non possiamo dirci "dov'eravamo noi, quando". Certo, va fatto il possibile, sempre, ma non c'è istituzione che tenga, legge risolutiva, né forza dell'ordine, né la possibilità di intervento perenne, collettivo o personale. Il mostro maschile nasce all'interno di una cultura, di un'epoca. Dilaga una violenza strisciante, insita nei rapporti s
Ciao,
RispondiEliminaposso chiederti di dove sei?
Certo. E io posso chiederti chi sei?
RispondiEliminaSì, sono "Ludovigo L. Menarini" del blog di Cuperlo. Non mael le tue installazioni.
RispondiEliminaBenvenuto, architetto. Qui mi vede di fronte, ma le informazioni le ricava dal "profilo"!
RispondiEliminaBellissimi, raccontano tante cose.
RispondiEliminaSte
Onta e disonore ai costumi da bagno, agli scaldabagni e agli oscar da bagno. E io mi son perso la manifestazione, magari ci avrei ricavato un cilicio gratis.
RispondiEliminase ce la fa meglio per lei...
RispondiEliminaciao, Lorenzo
Resta il dubbio se davvero la lotta per la libertà e l'emancipazione debba avere come vessillo un costume da bagno.
RispondiEliminaMi emozionò molto il video di "Miss Sarajevo", con il concorso di bellezza nella città assediata. O quel reportage: il centro estetico nella Grozny distrutta dai bombardamenti. Con le ragazze che si facevano belle in mezzo al sangue.
Ma m'interessa anche la studentessa che indossa il chador come gesto di dignità.
La mistica del burqua sì, burqua no. La bellezza, nel brutto. Libertà della bellezza, o dignità della salvaguardia? Bel dibattito, ma non basta. Le donne vengono tenute sempre lì, nel limbo estetico (in senso etimologico).
Continuo a nutrire la speranza di sentire volare alto un "pensiero al femminile", fatto di concetti strutturati e in fila, oltre che di indumenti, gesti emblematici. Abbiamo bisogno di pensatrici, di filosofe, non di emblemi.
Chè una donna che pensa scava davvero il terreno sotto l'impero maschile.
L'emblema, invece, finisce per diventare inesorabilmente costume da bagno o velo protettivo.
Il pensiero al femminile..
RispondiEliminamolto bella questa cosa che hai detto...
p.s. ieri ho letto Julia e Berardi che parlava di te e del tuo bimbo..mi è piaciuto di più leggerlo..mi pareva di far parte della famiglia.. :-)
bacioni