Marsupio

Immagino come la declinerà "Il Giornale". Dentro la storia del professore di Saluzzo si srotola tanto dell'immaginario italiano del momento, ipermachista. Minorenni consenzienti o sfruttamento di un ruolo impositivo? Ricatto psicologico? La stimabilità popolare come criterio di impunità? Una cosa è certa, quell'uomo non era Raul Bova: piccoletto, indossava sempre la polo sotto il maglione e un orrido marsupio. In base ai criteri estetici odierni, le stimmate della mediocrità. Evidentemente era un abile manipolatore, usando strumenti intellettuali, e qui il Sallusti dovrà fare salti mortali, altro schema di gioco. Forse il prof non era in grado di "ipnotizzare con uno sguardo", come racconta una certa Ape Regina di ben altro manipolatore. Resta un tema irrisolto, che riguarda la ragazze, il loro momento. Ieri, in centro, ho visto compagnie di adolescenti uscire dal cinema, le osservavo. Tante ragazze di Saluzzo, truccatissime, sboccate, inchiodate al cellulare anche in funzione "specchio". Con i maschi che per conquistare l'attenzione le insultano, bestemmiano e muovono le mani. Questo è il mix standard, in un crocevia come un altro. I miei figli piccoli osservavano in silenzio, curiosi e stupiti. Abbiamo un problema, anche fuori da Saluzzo. Io dico che ci arriva dall'alto, e non trova soluzioni in basso, qualcuno replica che siamo ossessionati sempre dalla solita storia.
No, raga, non noi.




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