Il mucchio privato

    Okay, e ora spassiamocela un po'. Parliamo di sesso. Parliamo di donne. Freud 
diceva di non sapere cosa volessero le donne. Vogliono un mucchio di gente con cui parlare. Di che cosa vogliono parlare? Vogliono parlare di tutto.
    E gli uomini cosa vogliono? Vogliono avere un mucchio di amici, e vorrebbero anche che, con loro, la gente non s'incavolasse tanto.
    Perché divorziano tante persone? Perché, oggi, per la maggior parte, non esistono più le famiglie allargate di una volta. Una volta succedeva che quando un uomo e una donna si sposavano lei trovava un mucchio di gente in più con cui parlare di tutto e lui un mucchio di amici in più ai quali raccontare le barzellette che non fanno ridere.
    Alcuni americani, ma pochissimi, hanno ancora famiglie così. I Navaho. I Kennedy.
    Noi invece, per la maggior parte, se oggi ci sposiamo siamo solo una persona per l'altra persona. Lo ha trovato, lo sposo, un altro amico, ma è una donna. L'ha trovata, la sposa, un'altra persona con cui parlare di tutto, ma è un uomo.
    Quando una coppia ha una discussione, forse crede che sia per i soldi, il potere o il sesso, o su come tirare su i figli, o qualunque cosa sia. Ma in realtà ciò che si dicono, senza rendersene conto, è questo:
    "Tu non sei abbastanza gente!"


Kurt Vonnegut
dall'introduzione a "Dio la benedica dott. Kevorkian" (ediz. elèuthera)

































opera di Jan de Maesschalck

Commenti

  1. E così trova anche un senso il "siamo sempre tu e io, io e te" di Sandra Mondaini. Scherzi a parte, mi viene il dubbio che sia proprio così. Ma perché?

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  2. Può essere bello, quando non esiste il "chenoia-chebarba-uffa-chenoia"! ;)

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  3. Ecco perchè sono nati i blog!!

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  4. non mi sembrano grandi antidoti al "chenoia-chebarba-uffa-chenoia", Rugiadin!


    Sono amplificatori. E spesso amplificano proprio quello!

    ;)

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  5. Dio benedica Vonnegut :)

    (sull'altra questione ero un po' criptico in effetti. Intendevo che il pudore maschile è acclarato, ma per me fin troppo poco, pur essendo troppo. Più chiaro? Temo di no -___-')

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  6. Vonnegut benedica Dio! ;)


    La tua sintesi è quantica!

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  7. Non a caso la parola italiana "gente" deriva dal latino "GENS" che indicava l'appartenenza famigliare di una persona (per esempio CAIO GIULIO CESARE apparteneva alla "GENS GIULIA" e cioè alla famiglia dei "GIULII"), un po' come il nostro moderno cognome.

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  8. Già, proleter. Appartengo anch'io, in qualche modo, alla 'Gens Julia'! ;)

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  9. A volte ci si parla ed è una babele perché non si possiedono (o non si fa lo sforzo di usare) i codici per decodificare i messaggi...

    Ci credi che quando comunico con qualcuno ho spesso l'ansia di essere fraintesa? Non so, forse le parole andrebbero sostituite più spesso da gesti eloquenti, dal contatto fisico....Quando parlo con qualche persona tendo a sfiorarla, a toccarla, i miei alunni li abbraccio e li accarezzo spesso, ne ho bisogno, mi sembra l'unico modo per trasmettere calore e un po' di me stessa....

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  10. Capisco, Yzma. Questo è l'immenso limite della blogosfera, che aumenta le capacità informative, ma non necessariamente quelle relazionali.

    Anzi.


    Mi ricorda quell'episodio di Sex&the City in cui Kerry aspetta una mail, per la prima volta. E si scopre amplificate tutte le sue ansie.

    Alla fine, spegne il computer.

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  11. uahuhuahuaha odio dirlo ma con le famiglie in effetti si stava meglio prima...io a conti fatti preferivo i nonni insieme veramente finchè morti nn vi separi:)

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  12. A volte infatti me lo chiedo: quanto sono quantico? -___-'

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