Anna, la scena di un crimine


Potrebbe essere stata uccisa qui, nel quadro di Birkin, in mezzo alle cisterne. Sarebbe l'emblema della sua lotta per la verità, che puzzava di petrolio e gas, come sempre. Invece Anna è stata ammazzata a casa sua. Gliel'avevano giurata da tempo
L'ho usata tantissimo come fonte di documentazione per un mio lavoro. Questo volto etico, segaligno, fiero, sempre un po' sbigottito. Forse per lo stupore di esserci ancora. "Se sono ancora viva lo devo a voi occidentali, alla vostra opinione pubblica", aveva detto alle telecamere di Report.
Ora non è più viva.
Fine della fonte, fine della documentazione, fine di Anna.
Per restare sulla scena del crimine,
c'è chi dice che l'assassino torna spesso sul luogo del delitto, magari travestito.
Bene, siamo davanti alla casa della vittima. A chi somiglia il poliziotto che si gratta la testa?




Da brividi, vero?

Quando quel lavoro vedrà la luce, sarà dedicato al suo nome
quasi impronunciabile. Anna Politkovskaya.

Sa di giornalismo vero, di passione politica, di donna coraggiosa.
Di opinione pubblica vigile.




Tom Birkin, "CSI, Newark"








Commenti

  1. Azzo, è uguale!!! da brividi, sì. Tutto lo è. Lo sarebbe anche dimenticarsi di quel nome impronunciabile...

    gaia

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  2. Glu ultimi scritti: «La Russia è in un vicolo cieco. Qualsiasi cosa scrivo non cambia nulla. Il compito di Putin è far sì che sul mercato internazionale arrivi l'informazione che tutto va bene, che il Paese lotta contro il terrorismo e che i nostri servizi segreti lo fanno con successo. Una parte dei russi capisce che abbiamo di fronte il degrado morale di quella democrazia iniziale che c'era ai tempi di Eltsin. In quel periodo, nonostante tutto quello che accadeva, il popolo poteva parlare, discutere. Quello che è accaduto credo sia dovuto al fatto che nei posti chiave del governo del Paese ci sono oramai tutti uomini che erano del Kgb (la polizia segreta dell'era sovietica). E la memoria genetica del nostro popolo è tale che a questo non ci si riesce a opporre. Mi chiedono se dietro Putin ci sia il vecchio sistema di potere che si prende la rivincita. Ricordiamoci che all'inizio è stato Boris Berezovskij (ex banchiere di Eltsin che ora vive in Gran Bretagna, ndr) a metterlo lì. Poi lui ha voluto diventare signore assoluto. Non sa fare diversamente, era stato educato così. La maggioranza della popolazione è d'accordo. Ma cosa si fa con la minoranza? Io scrivo libri e pubblico articoli. Bisogna spiegare come vanno le cose e dire che se il sistema sentirà la necessità di eliminare qualcuno, questo qualcuno verrà eliminato senza scrupoli».

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  3. Ho letto il tuo post qualche ora fa... ne stavo scrivendo uno simile (purtroppo), quasi a seguito del mio commento al tuo post precedente. Ora non avrebbe senso, ovviamente, tanto lo schifo mi impedisce di scrivere. Penso ai troppi, ai pochi, ai silenti...

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  4. Purtroppo la blogosfera non aiuta a sentirsi "di più". E' un'area di comunicazione pubblica, più che di opinione pubblica. Tante risate, tante complimenti, una ridda di autocontemplazioni, un affastellarsi di commenti poco dia-logici, per nulla dia-lettici. Un alone un po' infantile che permea tutto, ma forse è la fase che attraversa questo contenitore, questa fase della comunicazione occidentale in genere. Basti pensare all'infantilismo dei quotidiani on-line rispetto alle adulte versioni cartacee.

    Ma io non sono così pessimista come te.


    Tieni duro, scrivi duro, crescerà!

    ;)

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  5. Forse sì, crescerà... non credo di essere pessimista, sai, credo solo sia lo specchio dell'umanità... Perché è virtuale dovrebbe essere migliore? A volte parlo così perché ho sperimentato sulla mia pelle cose troppo grandi per me... Non è pessimismo, è egoistica sopravvivenza.

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  6. Del caso si stanno occupando i servizi segreti. Il che è come affidare un asilo pubblico a Erode...

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  7. Segnalo il bellissimo articolo della giornalista, pubblicato su "Gazeta" il giorno dopo la sua morte e riportato da Internazionale. Parla del suo cane. Era una donna acuta e sensibile, e anche molto ironica. Troppo, per la Russia di oggi.

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