Il filo sfinato

Ehi, il signore qualche volta sa uscire dall’ovvio.
Soprattutto capisco la sua frase finale. Anch’io, in questa fase, sento un grande bisogno di western. L’altro giorno mi sono sparato per l’ennesima volta “Pat Garret & Billy The kid”. È il mio film preferito di sempre, per motivi scrutabili e imperscrutabili. È in edicola, prendetelo. E guardatelo in lingua originale, coi sottotitoli. Sfido a trovare una scena che non si tatui nella memoria. Sfido a trovare una nota di Bob Dylan che non vi faccia da balsamo. Inizia con la fine, finisce con l’inizio. Lo sceriffo Pat Garrett insegue il Kid, suo figlio putativo. Garrett, ex-bandito ora al soldo di Chisum, grande proprietario terriero. Garrett rassegnato ad invecchiare, a non sognare più nulla. Ed ecco il Kid, un Kris Kristofferson in stato di grazia. Quel suo modo di inclinare il capo, lanciando i capelli al vento. Il sorriso a metà tra la Gioconda e Che Guevara. Il Kid, le mani larghe all’atto della resa, come un crocifisso. La resa vincente, di quelle che poi si risorge. In questo film nessuno uccide un altro senza volergli in qualche modo bene. Tutti sanno cosa fare e s’intendono a sguardi.
“Ti viene in mente qualche altro modo di risolvere la faccenda, Kid?”
“No, Alamosa, conta fino a dieci…”

Nessuno riesce a spostarsi dal sentiero, dalle leggi di madame Tùke. Anche se ognuno ha la sua piccola meta. Volontà. Chi vuole costruirsi la barca, chi vuole raggiungere il Messico. Tutti modi di bussare alle porte del paradiso. Come nella scena clou. Dove non ci sono i protagonisti. La scena di Knockin' on heavens door, sulla riva del fiume.“Mama, take this badge”…
I sogni, la realtà.
La hacienda del Kid, la fattoria collettivista, il rifugio di chi sa come sta andando intorno, e comunque resiste. Trovateli, sgominateli. Deve finire. Pat e il denaro. Ficcatevelo in culo, dice al governatore. Non è per quello che lo faccio. Lo fa per invidia. Perché lui l’amore deve comprarselo. Due, tre puttane insieme. E quando Pat sta per uccidere il Kid, aspetta che lui abbia finito di fare l’amore con la ragazza con le trecce. Amore vero, tenero, giovane. E dopo avere sparato al Kid, Pat si vede riflesso nello specchio e spara allo specchio e ai suoi capelli bianchi. E quando il suo attendente vuole tagliare un dito al Kid per spedirlo a Fort Lincoln come prova, Pat grida “Nooooo!” e lo piglia a calci. E gli ringhia: “Quello che vuoi e quello che ti spetta… Sono due cose diverse!”

Volontà, destino.

Si inizia con la fine, si finisce con l’inizio. Nella giostra delle disillusioni, del tempo che passa inghiottendo lo spirito di una generazione. Quel
primo piano del filo spinato e di ciò che rappresenta. Quella barca col vecchio e la bambina che sfila nel mirino di Garrett e scivola via. Perchè tra vecchi non ci si spara più.
Il Kid risorge, solo lui può farlo. Come chi morì in Bolivia, giovane, tra polvere e banditi. Gli tagliarono le mani, per spedirle a Fort Lincoln.
Consiglio di riguardarlo ogni cinque anni, come il richiamo di un vaccino.

Immenso Peckinpah. Mercante di pietre preziose, il mio destro preferito.



Locandina del film
William Herbert Dunton, "Above the Bed Ground"
Bob Peak, schizzo




Commenti

  1. Wow... sei di Genova, io sono di Genova provincia, di Casarza Ligure, do U know?!

    RispondiElimina
  2. Inizia con la fine, finisce con l’inizio.


    a volte penso a come sarebbe nascere vecchi e tornare indietro fino allo stato embrionale.


    al regredire dopo aver avuto una coscienza già "formata"...

    come essere una lavagna scritta e poi tornare vuota... ma non per questo vuota...

    RispondiElimina
  3. No, Giorgio, non sono di Genova. Abito nella Superba. Così superba da tenermi occultata Casarza ;)


    Truth, i tuoi stessi pensieri li ha avuti un certo Stanley Kubrick. E ci ha fatto un altro grande film.

    Aggiungi "Pat Garrett & Billie the Kid" alla tua lista, dammi retta. E' pieno di roba da appuntarsi sulla lavagna.

    RispondiElimina
  4. vedi? qui mi trovi empatico. Da vedere assolutamente e solo nella director's cut. Purtroppo il buon vecchio Sam è stato uno dei registi che più di tutti ha subito le pressioni delle produzioni (forse anche perchè passava una certa dose di tempo in compagnia della bottiglia...) e l'onta dei tagli... la versione che ha circolato fino agli anni 90 del film era veramente inguardabile, inconsistente, massacrata dai tagli. e comunque è una bella lotta con "the wild bunch", altro capolavoro a-s-s-o-l-u-t-o.

    A luego

    RispondiElimina
  5. sì, le sensazioni di cui parli/a non sono riproducibili e/ma necessarie in certi momenti, senza spiegazione o motivazione..

    RispondiElimina
  6. Mutation. (ATTENZIONE, CONTIENE SPAM) Rai 3, almeno quindici anni fa, mandò in onda la versione director's cut, in lingua originale sottotitolata. Me la registrai e la imparai a memoria. Tanto a memoria che mi sono accorto che questa che è uscita è un'ulteriore altra versione. Inizia con Pat Garrett assassinato - come nel director's cut. Ma non finisce con la stessa scena dell'inizio, come quella che vidi su Rai 3. E manca proprio quella battuta "What you want and what you get… Two different things!".

    Mancano anche gli speciali.

    Comunque, val la pena l'istéss!


    Biancac. Quando muore lo sceriffo sotto gli occhi della sua "mama", con sotto "Knockin'on Heavens door" mi viene la lacrimuccia. Sempre, sempre. Anche dopo vent'anni. ;)

    RispondiElimina
  7. mi sa che devo farmi regalare anche una lavagna per segnare tutto quello che non "devo" perdermi... grazie Lorenzo, sempre preziosi consigli! :)

    RispondiElimina
  8. Sottotitoli per il commento precedente. "Spoiler" anziché "SPAM". Non sono più gggiovane ;)


    Truth. "What you want and what you get..."

    ;)

    RispondiElimina
  9. Ellecì... spesso è WYSWYG però... ;-)

    RispondiElimina
  10. What you sing?

    What you speak?

    What you stuff?

    What you spam?

    RispondiElimina
  11. ;-)

    what you say

    what you stock

    what you split

    what you sell

    what you SEE ....

    RispondiElimina
  12. @ xxxTruthxxx

    "a volte penso a come sarebbe nascere vecchi e tornare indietro fino allo stato embrionale"


    E' quello che accade agli abitanti del pianeta Ork, da cui proviene Mork. Ricordi?

    RispondiElimina
  13. Quindi Orson, il "superiore" di Mork, era un infante?

    RispondiElimina
  14. Orson non so, perché non si vedeva mai, però ogni tanto compariva un ragazzino in visita da Ork sulla Terra e Mork diceva che aveva ottant'anni.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vanessa

Has Fidanken!

Stagecoach