Su quello scaffale, incroci

Ieri era una bella giornata, Camogli è un bel posto. A Camogli c'è una bella libreria, con roba strana. Tra la roba strana che ho comprato, un libro che non volevo comprare, ma è come se mi avesse chiesto di farlo, proprio con 'sta faccia qui a fianco.
Conoscevo Woody Guthrie come folk-singer, antesignano di Dylan, punto di riferimento del meglio che gira a livello di verismo in musica, e hobos proletario, ma non sapevo che il vecchio cantastorie di Okemah, Oklahoma scrivesse così bene.

Alessandro Portelli lo introduce con un piccolo saggio, che è un gioiellino. Si parla di lui, di Whitman, Faulkner, Steinbeck, dei vari modi di raccontare l'America. Il suo era un modo definito un-american da parecchi compatrioti, forse proprio perchè il più limpidamente vero, dopo Jack London.

"Folk song is big if labor is big"


Leggete 'sti racconti, datemi retta. A me hanno acchiappato le viscere. C'è dentro tutto. Si parte con un treno stipato di operai, viandanti, bianchi e neri. Tutti lanciati ad alta velocità e in lotta per la vita, per prevaricare, per poter mangiare, bere, o anche solo per salvare una piccola chitarra.
"This train don't curry no rustlers,
Whores, pimps, or side-street hustlers;
This train is boud for glory,
This train!"
Poi si parla di vita paesana, della saggezza infusa da una madre, da una nonna.
Adoro certe teste dure del sud - come Erskine Caldwell, Jim Thompson (e poi Joe Lansdale, che ne è erede) -  gente che quando sente il richiamo dell'altro, vive il proprio impeto progressista in maniera integra e sanguigna. Quelli come Woody Guthrie  sanno
davvero come sono fatti  i campi e le officine, quanto il proletariato sappia essere duro e merdoso, cosa significhi conquistare la dignità un passo alla volta. Ha visto l'arrivo dei petrolieri, con tutto quello che ha comportato e comporta. Quando si tocca con mano la parte cattiva e violenta della povertà e, nonostante tutto, si lotta per scioglierne le catene, si entra nella mia particolare versione del concetto di santità.
Guthrie non è mai sceso a compromessi, la sua poetica esprime la visione umile di un ambizioso coerente.


"Forse vi hanno insegnato a chiamarmi poeta, ma io non sono poeta più di voi. Non sono più di voi autore di canzoni, né un cantante migliore. La sola storia che ho cercato di scrivere siete voi. Non ho mai scritto una ballata e nemmeno una storia che dicesse tutto quello che c'è da scrivere su di voi. Voi siete il poeta e il vostro parlare di ogni giorno è la nostra poesia migliore scritta dal nostro migliore poeta. Io non sono che una specie di notaio e di metereologo, e il mio laboratorio è il marciapiedi, la vostra via e il vostro campo, la vostra strada e il vostro palazzo."


Questi racconti contengono i "fondamentali": la lotta, la dolcezza, l'ironia. Disintossicanti come una tisana al finocchio e verbena, cose che ti fanno correre senza bisogno di vincere. Le cose belle.

Poi la postfazione, sorpresa dolceamara, di cui scriverò.



Commenti

  1. Urco, e non me lo potevi dire, ieri?

    Ah, non c'è più comunicazione! :)


    Sabato lo compero.


    Condirei tutte queste "teste dure del sud" anche con qualche brano di Randy Newman, o Ry Cooder, che ne sono stati fondamentali cantori.

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  2. Guarda che è un libro, non un cd! ;)

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  3. "quelle cose che ti fanno correre senza bisogno di vincere"

    colpita dalle tue parole e dal ritratto di Guthrie che non conoscevo!

    grazie per aver recensito il gioiellino scovato a Camogli :)

    un saluto

    S.

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  4. D'accordo, questo è un libro, ma i cd si trovano in giro? M'hai messo curiosità.

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  5. QUI

    trovi un po' di roba. Clicca sulle tre icone.


    Ma sono convinto che esiste materiale italiano, perchè io avevo una registrazione su cassetta dei sui brani. E all'epoca non esistevano link e compravendita internazionale!


    Ah, ieri cercando documentazione sono incappato in un sito dove lui faceva dal vivo ''Do-Re-Mi'', al microfono di Alan Lomax. Non lo trovo più. Se per caso lo becchi, segnalamelo!

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  6. Camogli ti ha illuminato ancora piu del solito. Anche a me é venuto voglia di leggerlo, speriamo che panpot me lo compri. e soprattutto mi é venuta voglia di essere al mare, per librerie.

    Correre senza bisogno di vincere:

    "non é la vittoria, l'applauso del mondo, di cio che succede il senso profondo" (N.Fabi, poeta metropolitano)

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  7. Per il disco, mi sono già rivolto al mio "negozio online" di fiducia. Per il libro.. inizierò a vedere se il disco mi piace. Con Cohen e Suzanne Vega ha funzionato a meraviglia..


    Buona giornata,


    -Doc

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  8. Quale dei numerosi amici di Panpot sei, mio metropolitano amico?


    Doc. Ognuno ha le sue 'procedure', però in questo caso ti consiglio di procedere in contemporanea. Guthrie è essenziale, folk puro, può risultare indigesto come risultò indigesto ai più quello che io metto tra i primi dieci album di sempre: 'The gost of Tom Joad', esplicitamente dedicato da Springsteen a Guthrie.


    Difficile gustare gente, che so, come Robert Johnson, senza averne letto. Una vocina stridula con la sua chitarra scordata assume ben altro spessore quando sai che ha firmato un patto col diavolo, al crocevia della strada! ;)

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  9. Devo confessare una mia piccola idiosincrasia privata. Non sono mai riuscito a farmi sufficientemente piacere il folksong (country) americano. Ai tempi ero forse il solo a trovare noioso Bob Dylan, C.S.N. & Y; Springesteen, lo stesso, grande, ci mancherebbe, Guthrie. Non so, a parte i testi, interessantissimi, poetici, trovavo la musica ripetitiva, anzi, un po' noiosa (quasi sempre troppo nasale). Perdonatemi.

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  10. E' esattamente il discorso che facevo al DottorCiolo. Anche a me, rockettaro impenitente, non viene così spontaneo.

    Ma è un po' come la birra, o i vini secchi. La prima volta non possono piacere, il palato si affina col passare del tempo.


    Parti da quel libro, fidati. Aiuta anche a capire fino in fondo 'Fratello dove sei?' dei Cohen!

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  11. Hai visto qui?

    http://memory.loc.gov/ammem/ndlpedu/collections/woody/


    Ciao!

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  12. Bello e interessantissimo. Chi sei, gentil passante?

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  13. bel post! e vedo anche che i fantasmi della strada del vecchio Bruce appassionano anche te...

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