Ci son due coccodrilli, e un...

Un volto nella folla.
Con la folla, pieno.
Poi, senza folla, vuoto. Basta poco.
E' questo il sogno. Come quel film di Elia Kazan. Il protagonista parte dalla provincia. Canta, suona, vende pentole, pozioni magiche e poi - manco a dirlo - si butta in politica.

Purtroppo, da noi il vuoto si sente anche nella folla. Spaesamento, ma anche un lungo ventennale, paziente lavorìo. E il discorso si fa difficile. Infatti sarà difficile.
Però c'è violenza, troppa. La si sente nell'aria. Violenza plastificata, inodore. Che condiziona. Di quelle che la partita la fanno giocare agli altri. Di quelle fatte di numeri, che il mio nemico non ha divisa, ama le armi ma non le usa...
Proprio un'apnea. Non si può non uscirne, manca ossigeno. E' lo spasmo, il colpo di reni fisico, prima di tutto il resto. Questo non può non succedere, è scritto nelle leggi del corpo umano e nella profetica storia del cinema!
Nel finale del film, entra in scena la ragazza che ha visto il mutamento dell'uomo che amava, il cui sentimento è divorato dall'ambizione. Per riaverlo lo condanna al declino. Accende di nascosto una telecamera mentre lui si appresta all'ultimo comizio. E' un po' brillo, dice fuori dai denti quello che davvero pensa della gente, degli elettori. Quei pecoroni là fuori. E tutti, nelle loro case, sentono la verità. Lei l'ha fatto per amore.

Che ci sia Veronica dietro questo finale shakespeariano?

Lunedì, vorrei poter leggere al contrario questa bellissima, amara, vignetta di Chas Addams.

Il caravanserraglio se ne va, finalmente. Lasciando sulla terraferma i due splendidi liocorni.

apre il post Patricia Chidlaw