Turi, della Villa Rossa

Turi, quello della Villa Rossa.
Maira dice che faceva statue ma non ne era tanto sicura.
“Così t’impari!… Non si fanno ’ste cose, qui, minchione!”
Ora si chiudono e si aprono come un ventaglio senza colori. Facce, che non si sa com’è stato. “Ero andata da mia cugina e non mi sono accorta…” - “Io non m’impiccio, ma...” - “Anto’, a casa!…” - “Turi!… era Turi!”
Turi, quello della Villa Rossa.
“Piacere, sono il professor Santini. Statale. Filosofo statale. Ho una mia teoria, tenente Barreiro.” Alza la mano.
“Di che si tratta?”
“Di me!...”
Avanti coi rilevi. Attenti sul marciapiedi. Ci sono i bossoli cerchiati di vernice. Corradì, porta il portatile. Che ti ridi? Sì, il portatile si porta, il rapato ci ha la testa di rapa, e io sono nervoso perché mi dai ai nervi.
“Mi ascolti, tenente. Sono il professor Santini… So tutto, per questo sono venuto…”
“Non è il momento Santini. Non lo è mai stato. Non lo sarà mai! La pianti di starmi addosso, spaccapalle!…” Sudato.
“Barreiro, vieni qui!… Che è ’sto schifo?”
“Stiamo ragionando, capitano…”
“Io so tutto!”
Dall’angolo, con gli occhi curiosi: “Marta, hai visto? Hai visto? Adesso Santini le prende. Magari lo portano via.”
“No, portano via quelli pericolosi. Santini, no…”
“Avete sentito? È morto…”
“Chi è morto?”
Turi, quello della Villa Rossa.
Il ragioniere lo conosceva. Non stava più nella camicia e si toglieva i capelli dal pettine. Turi gli aveva fatto la moglie, in un modo che lui all’inizio aveva sorriso. Ma poi no. L’aveva messa sul comodino vicino alla foto devota. Prima di spegnere la luce la guardava, e metteva una mano dove c’era lei, ma adesso il letto è fresco. Faceva una catena col pensiero ed è come se tornasse. Sentiva anche l’odore.
Era un mago, il Turi, una specie di stregone! Ma che faceva? Maira dice… “Sono tutti strani, però. Come Santini… Sai che ti dico, secondo me Turi era uno di quelli…” “Smettila! Se finiamo a divorarci tra noi!… Non è così che dobbiamo fare!…”
Piccola, piangi?
“Era bravo… Perché gli hanno tolto la faccia?… Era tanto buono con me.”
Cosa ti ha fatto, piccola?!… dillo allo zio! Dillo…
“Mi ha fatto questa nuvola col pane. Mi ha detto di guardarla e che ci posso immaginare tutto quello che voglio e che mi piace… Tu no, zio, non mi piace quello che mi fai… e un giorno lo dico alla mamma…”
Astaratte l’avevano chiamato. E aveva proprio la faccia di uno che non decide niente.
Cammina strisciando il muro, lontano da quelli che parlano, e guarda verso il cielo. Poi si ferma e si lascia scivolare, fino a sedersi in una pozzanghera. Si sfila dalla tasca e guarda, il cartoncino disegnato. E poi guarda il cielo e dice una preghiera.
A Turi, quello della Villa Rossa.

E in cielo l’uccello rompe il silenzio, le facce di buio dai portoni. I cornicioni riflettono riflessi (taci, Corradì!…). Un pezzo di carta vola ai loro piedi, sul selciato.
“Non ha capito, tenente.”
“Metta… La metta giù…”
La canna fredda appoggiata alla narice. Suda a fontana, Barreiro, e adesso gli presta attenzione, a Santini, e gli guarda la pistola.
“È stato lei, vero? Con questa…”
“Ho cercato di dirglielo, ma non mi ascolta. Perché lei tiene la Ùbris…”
“Cosa le aveva fatto?”
“I maya usavano i coltelli di ossidiana. Qui a Villa Rossa non ci possiamo permettere…”
“Lo ha sacrificato?… A quale Dio?…”
“Non faccia il furbo! Ho le spalle curve ma con la testa ci sono tutto! Anzi, di più…” Guardandolo negli occhi. Sente il calore sul fianco e adesso sulla tempia. “Ci resta poco, vero?” Il vestito era tutto pieno di puntini rossi, quelli dei mirini laser.
“Dica…”
“Non ne poteva più.”
“Dica…”
“S’era caricato addosso le immagini della gente e ormai anch’io…”
“Dica…”
“Porti una carezza ai bambini della Villa.”
Quasi esplose, in una pozza di sangue. Berreiro da solo, in piedi, in una piazza di sguardi.
Si girò e arrivò Corradini.
“Tenente!…”
“Si amavano. Omicidio e suicidio. Metti a rapporto, Corradì...”

(Ottobre 1998)

Commenti

  1. è perchè è novembre che scrivo così

    prima scrivevo di altro perchè era settembre

    ad agosto scrivevo di nulla

    perchè agosto è il mese

    più freddo dell'anno

    ***

    chiara*

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  2. "in un modo che lui all'inizio aveva sorriso..."... Eh si, Lorenzo, sempre "camilleriano"...ma vista la data comincio a pensare che sia stato lui ad ispirarsi ai tuoi scritti..;-)

    Un bacio,

    M

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  3. M, ti consiglio un bel libro. S'intitola 'Pericle il nero' di Beppe Ferrandino (feltrinelli). L'avevo letto quell'estate.

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